Pil
(Bruxelles) Il Pil italiano è cresciuto dello 0,1% nel primo trimestre del 2019. Siamo ancora il fanalino di coda in Europa e non si prevede che la situazione cambi prima della fine dell’anno, con una crescita “marginale” che resta allo 0,1%. Questo dice la fotografia italiana che oggi la Commissione ha pubblicato nel contesto delle previsioni economiche estive per il 2019-2020. Il “contesto esterno è difficile” anche per l’Italia, in più a marzo, la produzione manifatturiera “è scivolata di nuovo in contrazione e ha continuato a ridursi ad aprile”; sul fronte delle imprese e dei consumatori ci sono segnali di “attività economiche modeste nel breve periodo”. Quindi si resta a 0,1%. Per il 2020 ci si può attendere uno 0,7% di crescita legato al “graduale miglioramento delle prospettive commerciali globali” e al fatto che il 2020 avrà due giorni lavorativi in più rispetto al 2019. La Commissione però avverte: “I rischi per le prospettive di crescita rimangono pronunciate, soprattutto nel 2020, quando la politica fiscale affronterà sfide particolari”. Se crescita ci sarà, avverrà grazie ai consumi privati, sostenuti da prezzi dell’energia più bassi e dal nuovo schema di reddito di cittadinanza, che dovranno comunque fare i conti con “un mercato del lavoro meno dinamico e la diminuzione della fiducia dei consumatori associata a un aumento dei risparmi precauzionali”. Le recenti politiche monetarie e gli aggiustamenti di bilancio del Governo italiani hanno alleviato le tensioni sui mercati finanziari, riconosce Bruxelles, che segnala come “la relativa compressione dei tassi sul debito, se sostenuta, potrebbe alleviare i costi di finanziamento delle banche e sostenere i prestiti alle imprese”. Dato il quadro globale, le esportazioni rallenteranno nel 2019, ma è previsto un rafforzamento l’anno prossimo “sulla scia di una crescente domanda esterna”. Quanto al fattore lavoro: il tasso di disoccupazione è sotto il 10% a maggio, ma “la debole attività economica probabilmente peserà sul mercato del lavoro”, come già dimostra il “crescente numero di lavoratori” in cassa integrazione. Si prevede anche un aumento dei prezzi al consumo dello 0,8% nel 2019 e dell’1,0% nel 2020.