Agricoltura

Occupazione: Prandini (Coldiretti), “quasi 3 milioni i posti di lavoro legati alla green economy”

“Sono quasi tre milioni i posti di lavoro in Italia legati alla green economy con un trend di forte crescita”. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, in occasione dell’incontro sulla politiche di sostenibilità delle produzioni promosso da Granarolo, in riferimento ai dati Istat sull’occupazione.
“L’agricoltura italiana – ha sottolineato Prandini – è tornata ad essere un settore strategico per la ripresa economica ed occupazionale come dimostra la leadership in Europa del numero di imprese agricole condotte da under 35 che sono risultate pari a 57.621”. Un esercito di giovani che ha puntato soprattutto sulla sostenibilità economica, sociale ed ambientale con attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche all’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, fino all’agribenessere, alla cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
“L’agricoltura italiana – spiega Coldiretti – è così diventata la più green d’Europa con 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare”.
“Una realtà che va difesa dalla concorrenza sleale di prodotti stranieri spacciati per italiani senza pero’ offrire le stesse garanzie ed è per questo necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”, ha sostenuto il presidente della Coldiretti, denunciando “gli effetti distorsivi dei recenti accordi commerciali di libero scambio siglati dall’Unione europea: dal Mercosur al Vietnam”.
“Per questo – ha precisato Prandini – occorre dare la possibilità ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli con l’estensione dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti i prodotti dando concreta applicazione alle norme previste dal Decreto Semplificazione 2018. Di fronte all’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione europea che obbliga ad indicare l’etichetta per la carne fresca, ma non per quella trasformata in salumi, per la frutta fresca, ma non per i succhi, per il miele ma non per lo zucchero, l’Italia, che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di essere all’avanguardia nelle politiche alimentari comunitarie sulla trasparenza”.