“Il sacerdote correttore non è tanto figura ‘istituzionale’, ma è, possiamo dire, l’anima della Misericordia. La persona che, per mandato della Chiesa, ha prima di tutto il compito di accogliere, accompagnare e integrare”. Nel suo saluto al convegno nazionale dei Correttori delle Misericordie d’Italia, organizzato a Lucca dalla Confederazione nazionale, il card. Gualtiero Bassetti, ha sottolineato l’importanza, per i volontari delle Misericordie, di avere accanto a sé dei “compagni di viaggio e di condivisione dell’umana solidarietà”. Le Misericordie rappresentano “una grande e bella storia della carità in Italia”. “Questo moto di generosità e di vivacità del laicato cattolico è una via di crescita umana e religiosa della persona, e di santificazione. In tale prospettiva – ha ricordato il presidente della Cei –, assume un ruolo significativo la presenza e la responsabilità del sacerdote correttore, che si fa “compagno” di viaggio e di condivisione dell’umana solidarietà, ma anche formatore e guida delle coscienze, che vanno sempre alimentate con la linfa del Vangelo e della sana dottrina cristiana”. Le Misericordie, per loro natura, presuppongono il chinarsi sulle sofferenze dell’uomo. Ma dev’essere un “chinarsi” che ha uno stile preciso. “L’amore di Dio per noi deve stare alla base del nostro “farci prossimo” – ha sottolineato il card. Bassetti –, del nostro amare i fratelli, specialmente i poveri e sofferenti”.