
“Venezia è davvero una cifra della presenza umana sul pianeta. È una città nella quale si è stati capaci di costruire splendore e bellezza, interagendo con la natura ma è anche la cifra di questa incapacità dell’uomo di accontentarsi, nella totale assenza del senso del limite”. È quanto afferma in un’intervista al Sir rilasciata per la Giornata mondiale dell’ambiente che si celebra oggi, Simone Morandini, fisico e teologo, membro del gruppo “responsabilità per il creato” della Cei, docente all’Istituto San Bernardino di Venezia e membro della Fondazione Lanza. “Un incidente come questo in cui fortunatamente non è morto nessuno e fortunatamente nessun monumento è stato danneggiato”, osserva l’esperto, “è un sintomo che invita a cambiare strada, a cambiare rotta, a delimitare l’affluenza delle navi in laguna e ricordare all’umanità che in questo momento la potenza degli uomini è tale che rischia di spaccare la bellezza naturale e culturale, questo splendido intreccio che la storia umana è riuscita nel tempo a costruire”. E sulla questione degli incassi milionari che arrivano alle casse di Venezia, Morandini risponde: “Credo che la questione debba essere pensata ed affrontata in una prospettiva lungimirante. Nel senso che Venezia non reggerà molti anni con questi ritmi e in questa situazione. Noi oggi stiamo mettendo a rischio per profitti di breve cabotaggio, seppur ingenti, la possibilità di garantire il valore estetico, morale, culturale e anche economico sui tempi lunghi della città. Non è economia versus ecologia. È economia di breve periodo versus economia a sguardo e azione lungimiranti”.