“Nei figli che hanno sperimentato la famiglia numerosa viene fuori il senso del “Damose da fa’” come se non si potesse mai sfuggire dal contesto in cui si è inseriti perché occorre sapersi riorganizzare”. Così Francesco Belletti, direttore del Centro internazionale studi sulla famiglia, a proposito della presentazione del libro “Educazione orizzontale. Il mestiere delle sorelle e dei fratelli nelle famiglie numerose”, oggi pomeriggio a Roma. Per la ricerca, contenuta nel volume e coordinata dall’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sono stati intervistati 61 ragazzi fra i 20 e i 30 anni, sia figli unici sia figli di famiglie numerose. Nella gestione delle amicizie, “in caso di litigio – ha aggiunto Belletti – per i figli unici è emersa la dinamica del “posso scegliere” e una maggiore facilità a troncare i rapporti. Mentre nei figli di famiglie numerose è più frequente la volontà a continuare le amicizie nonostante tutto. Nella relazione con i genitori, “i figli unici si vedono soli nell’affrontare la vecchiaia. I figli di famiglie numerose si vedono invece supportati dai fratelli nell’assistenza in futuro”. “La relazione come elemento qualificante mi ha fatto venire in mente l’Amoris laetitia di papa Francesco, in cui si sottolinea il rischio sociale dell’individuo solo”.