
È iniziato oggi il processo d’appello al cardinale australiano George Pell. Sarà ascoltato da tre giudici nei prossimi giorni e sebbene non fosse obbligato a presentarsi in tribunale, Pell ha voluto essere presente alla Corte d’appello. Ex “ministro delle finanze” di Papa Francesco, il cardinale sta scontando una pena detentiva di sei anni, con un minimo di tre anni e otto mesi, per aver abusato sessualmente di due giovani coristi quando era arcivescovo di Melbourne negli anni ’90. Lo scorso dicembre, una giuria lo ha dichiarato colpevole per aver abusato dei ragazzi nella cattedrale di St. Patrick a Melbourne, dopo una Messa domenicale nel 1996, e poi per aver abusato di uno dei due una seconda volta diversi mesi dopo. Il card. Pell si è sempre dichiarato non colpevole al processo. L’appello si svolge presso la Corte suprema a Melbourne oggi e domani. Il cardinale sarà ascoltato dal giudice supremo della Corte suprema di Victoria, dal presidente della Corte d’appello Anne Ferguson, dal giudice Chris Maxwell e dal giudice Mark Weinberg. E può essere seguito live streaming sul sito web della Corte suprema. Il team legale del card. Pell ha citato tre motivi per il suo appello. La loro prima affermazione è che la giuria ha raggiunto verdetti “irragionevoli” basati sulle prove. In secondo luogo, la difesa afferma che il giudice Peter Kidd ha commesso un errore impedendo la riproduzione di un video in cui si dimostra che la gente era nella cattedrale al momento dell’abuso. L’ultima ragione per chiedere l’appello è relativa ad “una fondamentale irregolarità nel processo di giudizio”. Contestazioni che potrebbero vedere un nuovo processo se venissero confermati. Se la richiesta di “verdetto irragionevole” viene confermata, la condanna del cardinale verrebbe probabilmente rovesciata e sarebbe rilasciato.
Il card. Pell è il più alto funzionario della Chiesa cattolica ad essere condannato per abusi sessuali. Ricopriva l’incarico di prefetto della Segreteria per l’Economia. Sospeso da Papa Francesco, a dicembre l’allora portavoce vaticano Greg Burke aveva annunciato il suo congedo dal Consiglio dei cardinali che coadiuva Francesco nel governo della Chiesa. E a febbraio, Alessandro Gisotti, attuale direttore ad interim della Sala Stampa vaticana, ha fatto sapere che per garantire il corso della giustizia il Santo Padre ha confermato le misure cautelari già disposte nei confronti del card. Pell dall’ordinario del luogo al suo rientro in Australia, ossia che “in attesa dell’accertamento definitivo dei fatti al card. Pell sia proibito in via cautelativa l’esercizio pubblico del ministero e come di norma il contatto in qualsiasi modo e forma con minori di età”.