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Migranti: Unicef, al via oggi gli “Activate talks” per dare voce ai giovani

Hanno preso il via oggi gli “Activate talks”, il format di Unicef pensato per dar voce ai giovani e metterli a confronto con istituzioni, organizzazioni della società civile e settore privato. L’iniziativa in Italia prevede 6 incontri nel corso dell’anno su vari temi, centrali nella vita quotidiana degli adolescenti e giovani in generale e in particolare di quelli migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Oggi il primo talk, dal titolo “Impegno civico e inclusione sociale attiva” in cui sono stati presentati i risultati del sondaggio condotto su U-Report on the Move, piattaforma digitale sperimentata da Unicef in Italia per dare voce a giovani migranti e rifugiati. Lo strumento è stato promosso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza a seguito di un protocollo di intesa stipulato per favorire la conoscenza dei diritti sanciti dalla Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Al sondaggio “Il mio impegno civico” hanno risposto 414 ragazzi dei 2600 iscritti su U-Report on the Move (16%). Tra loro 6 su 10 dichiarano di non essere informati su ciò che succede nel posto in cui vivono. Ma il dato più interessante, che suggerisce di stimolare e incoraggiare l’inclusione di giovani migranti in attività di impegno civico, è che ben il 64% di loro, pur non partecipando mai alla vita della comunità, vorrebbe essere coinvolto in attività di pubblica utilità. Tanti i modi: 5 su 10 vorrebbero far parte di associazioni, 1 su 10 entrare in gruppi o partiti politici, 2 su 10 partecipare a manifestazioni ed eventi pubblici. Tra i settori che interessano di più: la migrazione e il diritto d’asilo e l’assistenza ai soggetti più deboli.  “Troppo spesso si considerano i giovani e i giovanissimi come soggetti passivi, semplici destinatari di programmi e politiche a loro destinati. Lo si fa ancora di più quando questi giovani sono non-italiani, migranti, rifugiati o richiedenti asilo, che diventano a volte solo utenti di servizi – dice Anna Riatti, coordinatrice Unicef per il programma sui minorenni migranti e rifugiati in Italia -. Ma l’esperienza dimostra che, quando gli si presentano opportunità di impegno civico, questi ragazzi portano nella comunità competenze, idee e risorse nuove, che superano il concetto stesso di integrazione e possono ispirare la società e le decisioni politiche, non solo a livello locale”.