Vittime del mare

Migranti: Belluccio (Asgi), esposto contro Ue a Corte penale internazionale “è fatto gigantesco”

L’esposto contro l’Ue alla Corte penale internazionale per i morti in mare e i respingimenti verso la Libia è “un fatto gigantesco”: se l’inchiesta venisse aperta costituirebbe “un precedente unico”. È il commento al Sir di Dario Belluccio, avvocato, membro del consiglio direttivo dell’Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione).  “C’è una questione che emerge pochissimo ed invece è fondamentale: quella della responsabilità di uno Stato per i crimini commessi da un altro Stato – afferma Belluccio nell’intervista -. È l’articolo 16 del progetto di articoli sulla responsabilità dello Stato della commissione del diritto internazionale che fa riferimento ad una norma che pare avere natura consuetudinaria, per cui applicabile. Questo articolo dice che uno Stato è corresponsabile se è a conoscenza ed agevola un altro Stato nella commissione di crimini previsti e punibili dal diritto internazionale, quindi questa complicità è sostanzialmente equiparata alla commissione del crimine. Il punto è questo: se l’Italia – e dispiace dirlo perché ci riguarda –  è consapevole di quello che avviene ed agevola quegli avvenimenti attraverso la fornitura di supporto logistico, tecnico e conoscitivo ad un altro Stato, questo deve necessariamente comportare una denuncia di responsabilità da parte dell’Italia. Il progetto di diritti sulla responsabilità degli Stati è molto importante e significativo sotto questo punto di vista”. La rilevanza di questo esposto, osserva il giurista, “è che stiamo parlando dell’Italia e dei più alti rappresentanti a livello europeo. Stiamo parlando di uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea, uno dei Paesi che più ha contribuito, dopo la seconda guerra mondiale, alla diffusione e crescita della democrazia nel mondo, volendo costituire un esempio. La nostra Costituzione e il nostro sistema democratico testimonia questo. L’accostamento a regimi dittatoriali di per sé è qualcosa che fa rabbrividire, perché noi queste cose le abbiamo già passate e superate. Il fatto che oggi qualcuno dica: l’Italia potrebbe aver commesso dei reati per i quali si può essere condannati e perseguiti dalla Corte penale internazionale fa spavento”.