La malattia di Huntington, sebbene si presenti comunemente negli adulti, può fare il suo esordio anche in età addirittura infantile: in alcuni di questi casi può avere caratteristiche diverse da quelle che assume nell’adulto e un decorso più aggressivo. A far chiarezza sulle possibili diverse forme di Huntington giovanile e a spingere in direzione di una più precisa classificazione hanno recentemente contribuito due pubblicazioni scientifiche. La prima è uno studio, pubblicato qualche mese fa sulla rivista The Lancet Neurology, a firma principale del professor Ferdinando Squitieri, responsabile dell’Unità Huntington e malattie rare dell’Irccs Casa Sollievo della sofferenza/CssMendel e direttore scientifico della Fondazione Lega italiana ricerca Huntington (Lirh) onlus. Il secondo è un recentissimo articolo pubblicato sulla rivista Movement Disorders: anche questo con la firma del prof. Squitieri, sottolinea l’importanza di definire meglio la patologia e aggiornarne la classificazione alla luce delle recenti novità e ai fini della ricerca, adottando il più corretto termine “pediatrico”. “Non sappiamo realmente quanti siano i casi pediatrici e per questo è opportuno adottare la terminologia appropriata che favorisca un reclutamento razionale di pazienti giovani su una base più scientifica e meno convenzionale, come è stato fino ad oggi. Molto meglio, dunque, abbandonare la definizione giovanile in uso a favore di una più precisa definizione”, sostiene Squitieri. “La malattia – spiega la Lega Huntington – emerge in età scolare con una difficoltà di espressione del linguaggio, di apprendimento e di corretta deambulazione. Esistono alcune caratteristiche che la contraddistinguono dalle forme dell’adulto”. Le condizioni più precoci, rarissime, indicano un inizio anche a partire dai 18 mesi di vita”. Per aumentare la consapevolezza su questa particolare forma, e per incoraggiare le famiglie con sospetti casi pediatrici a farsi avanti, la Lega italiana Huntington ha realizzato un video ispirato al film di animazione “Inside out”, che mostra cosa accade nel cervello di una bambina con malattia di Huntington.