
Circa mille persone hanno partecipato sabato scorso a Buenos Aires alla seconda edizione della giornata “#NoMásChicosDescartables”, “Mai più ragazzi oggetto di scarto”, coincisa con il secondo Festival di arte giovanile dei quartieri. Le iniziative sono state promosse dal coordinamento Bice, dalla Commissione nazionale Giustizia e Pace e dalla Caritas di Buenos Aires.
In quattro distinti seminari sono intervenuti operatori sociali, docenti universitari, vescovi e sacerdoti che operano nei quartier periferici della metropoli, i cosiddetti “curas villeros”.
Ospite d’eccezione il premio Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel, presidente della Commissione provinciale per la memoria, intervenuto sul trentesimo anniversario della Convenzione per i diritti del bambino.
“Senza amore – ha detto – il mondo perde significato. Per cambiare questa situazione di violazione dei diritti di bambini e giovani, mancanza di rispetto per i trattati internazionali, dobbiamo essere ribelli di fronte all’ingiustizia, ribelli per cambiare la realtà. Serve una ribellione delle coscienze. Stanno imponendo la monocultura delle menti. Se seminiamo pace e legge, raccoglieremo la libertà”.
Mons. Gustavo Carrara, vescovo ausiliare di Buenos Aires, ha denunciato: “Oggi domina la cultura della voracità e dello scarto. Dobbiamo lavorare per la cultura della fraternità e della cura per l’altro, sempre privilegiando gli ultimi”. Un messaggio che arriva in una città dove, ha detto Ianina Tuñón, coordinatrice del Barometro dell’Osservatorio del disagio sociale nato in seno all’Università cattolica argentina (Uca), “l’8% dei minori va a letto senza cenare. I diritti dei bambini implicano la dimensione della corresponsabilità degli adulti”.
Negli altri seminari ci sono stati approfondimenti sulla giustizia penale giovanile, sui minori disabili, sulla necessaria capacità di organizzazione e partecipazione dei minori alla vita sociale.