
La Consulta nazionale antiusura dissente in maniera netta dal provvedimento di proroga della legge regionale n. 43/2013, la quale introduce nell’ordinamento giuridico regionale il cosiddetto distanziometro, cioè il vincolo del rispetto della distanza di 500 metri dai luoghi sensibili, come scuole, parrocchie, oratori, e altri centri di aggregazione sociale, dalle macchinette da azzardo, che il Consiglio regionale della Puglia si appresta il prossimo 5 giugno a emanare. “È un provvedimento irresponsabile e immorale che favorisce il consumo di azzardo e le patologie connesse – dichiara il presidente della Consulta nazionale antiusura, mons. Alberto D’Urso -. Ammonta a 104 miliardi di euro il consumo di azzardo del 2018 nel nostro Paese. L’azzardo è una delle cause di indebitamento anche a usura delle famiglie pugliesi. Nelle sei province il consumo nel 2016 di gioco pubblico d’azzardo è stato pari a 6 miliardi, 74 milioni e 860mila. Dietro questi numeri ci sono disastri non solo economici ma anche personali di troppe persone. Sono tante le famiglie che hanno perso tutto, la casa, la dignità, la salute e la serenità a causa di un familiare affetto da azzardopatia. L’azzardo crea scompensi psicologici che sfociano in atti di violenza nelle famiglie e nelle relazioni sociali. Questa non è economia che promuove lo sviluppo della persona e dell’economia del Paese. Produce debiti, usura, suicidi e patologie”.
“La politica nel 2013 con la legge 43 ha deciso giustamente di dotare la Regione Puglia di una norma in materia di prevenzione e contrasto all’azzardo. L’apparato scientifico in tema di azzardo considera il distanziometro uno strumento efficace per arginare il fenomeno ed è importante che la norma entri in vigore – spiega Attilio Simeone, coordinatore nazionale del cartello Insieme contro l’azzardo -. La proroga procurerebbe ai pugliesi un danno incommensurabile. Il nostro territorio è già stato parecchio saccheggiato dalle lobby dell’azzardo. Si tratta di preservare, applicando la legge, l’anello più fragile delle nostre comunità, i bambini, gli studenti. Auspico che la buona politica si faccia carico di questo nostro appello, che è l’appello, ne sono sicuro, di tanti genitori e famiglie che credono ancora che la politica sia un servizio ai cittadini, soprattutto rispetto a coloro che non hanno gli strumenti e la forza per difendersi”.