Seminario

Migrazioni: don Scimè (Bologna), “dobbiamo farci carico di persone che hanno gli stessi nostri diritti”

“I migranti chi sono? Sono dei nostri fratelli, se non partiamo da qui non si può fare nulla. Ci vogliono prese di posizione coraggiose, dobbiamo renderci conto che parliamo di farci carico di persone che hanno gli stessi diritti nostri”. Lo ha detto questa mattina don Francesco Scimè, medico e direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Salute della diocesi di Bologna, nel corso del seminario “Salute globale e migrazioni”, nell’ambito del Master in medicina delle emarginazioni, delle migrazioni, della povertà, organizzato da Caritas Roma, Fondazione di studi e ricerche Identes, Rielo Institute for Integral Development, in collaborazione con Gruppo regionale immigrazione Salute Emilia-Romagna della Società italiana di Medicina delle Migrazioni.
“Leggere ‘medicina delle migrazioni’ potrebbe portare all’idea che il problema della salute si risolva sola in modo sanitario – ha continuato don Scimè -. Facendo la diagnosi dobbiamo tener conto che non sempre le cause sono di tipo sanitario: l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, gli alimenti che mangiamo e l’impostazione di vita che conduciamo. Non possiamo ridurci a una dimensione sola dell’umanità, la vera risposta deve essere globale”. Scimè, medico dal 1974, ha ricordato che nel ’68, nel primo anno di università “mi sono trovato in un clima culturale il cui pensiero fondante era che la scienza non è astratta, lontana dalla società, ma un interscambio continuo” e che “la salute della gente dipende non solo dalla scienza medica ma dalla società più in generale”. Scimè ha sottolineato che “la vera rivoluzione della medicina nel guarire malattie come la Tbc non sono stati solo gli antibiotici, bensì il vivere in luoghi più sani, in una situazione generale sociale migliore: grande merito è stato dello sviluppo economico”.