Opera-segno

Diocesi: Ruvo, dal Capitolo della concattedrale 600mila euro in favore della Casa e del nuovo Centro Caritas cittadino

Il Capitolo della concattedrale di Ruvo di Puglia, lo scorso 31 maggio, ha ricevuto la piena disponibilità del vescovo Domenico Cornacchia, ad ottemperare entro il 7 giugno prossimo all’impegno assunto da mons. Luigi Martella a restituire la somma di 600mila euro ricavata dall’alienazione di un suolo edificatorio, in origine destinata alla costruzione di un Centro di spiritualità a Calentano. Ne dà notizia la diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi in una nota firmata dal vicario generale, don Raffaele Tatulli.
“Nella medesima riunione – spiega –, con pronta sollecitudine e cristiana sensibilità, i canonici hanno deliberato in forma collegiale, che ben € 450.000 vengano destinati per coprire i costi e le spese già sostenute per l’ammodernamento e l’adeguamento della struttura della Casa alle norme regionali, in modo che si possa continuare a offrire un servizio terapeutico qualificato a quegli ospiti, che la società troppo facilmente emargina e dimentica”. “In tal modo – prosegue il vicario generale – si è voluto rispondere a un’accorata richiesta che Giulio Pisani, vice presidente dell’Associazione Casa, ha rivolto ai canonici del Capitolo della concattedrale di Ruvo per sostenere l’opera-segno voluta dal Servo di Dio don Tonino Bello, sulla via per Calentano, che nel tempo ha visto una progressiva evoluzione e un necessario adeguamento alle istanze odierne”.
“Inoltre – aggiunge don Tatulli – il Capitolo non ha voluto dimenticare le povertà più comuni e quotidiane, di quanti nella stessa città di Ruvo di Puglia fanno fatica a sbarcare il lunario, a provvedere ai bisogni essenziali della famiglia e a vivere con dignità. Per questa ragione, con grande generosità, ha deciso di stanziare i restanti € 150.000 per i lavori di ristrutturazione di un nuovo Centro Caritas Cittadino, più funzionale e rispondente alle attuali esigenze”.
Per il vicario generale, quelli compiuti dai Canonici “sono segni operativi e concreti al fine di rendere effettiva quella scelta preferenziale per i poveri, che don Tonino tante volte ha predicato e praticato”.