Patrono

Diocesi: mons. Morosini (Reggio Calabria), “difendere l’identità cristiana non significa aver paura dell’altro”

“Difendere l’identità cristiana non significa aver paura dell’altro. Siamo stati noi a svuotare le nostre chiese, disaffezionandoci alla vita di fede. Non ci vengano a dire che chiude rendo le frontiere si difende l’identità cristiana”. Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova mons. Giuseppe Fiorini Morosini, concludendo a Lamezia Terme le celebrazioni della festa patronale in onore di San Francesco di Paola a Sambiase. “La nostra identità cristiana – ha sottolineato mons. Morosini – non sia legata a gesti, simboli, ritualismi. Non ostentiamo crocifissi, rosari e presepi. Non si difende l’identità cristiana così. Si difende l’identità cristiana restando fedeli a qui valori che i simboli significano. Anche s. Francesco camminava sempre con un bastone al di sopra del quale vi era un crocifisso. Ma quel crocifisso ci richiama a difendere e promuovere la vita, a rispettare l’altro. Non possiamo dire di difendere i simboli cristiani se non difendiamo la vita, se non restiamo fedeli a Gesù Cristo e al Vangelo”. “L’identità, per essere tale, deve fondarsi su radici solide, sui valori che i nostri padri ci hanno trasmesso. E il primo valore è il legame con Gesù Cristo – ha aggiunto -. S. Francesco di Paola per tutta la sua vita è stato sempre costante nelle scelte di fede, anche di fronte alle tentazioni del potere e della ricchezza, tentazioni che ha superato restando un uomo semplice aggrappato al crocifisso”. Mons. Morosini si è domandato “perché nonostante siamo così legati ai simboli, che portiamo in processione le immagini sacre, in mezzo a noi continua a vivere la violenza mafiosa, gli omicidi, le estorsioni, le minacce, lo sfruttamento, le buste paghe artefatte, tutte realtà che sono espressione di una mentalità distruttrice della vita”. “Come possiamo dirci cristiani e non combattere tutto questo?”, la domanda dell’arcivescovo reggino. “A quanti praticano la delinquenza e la droga, dico: non venite in chiesa a chiedere sacramenti. Avete fatto scelte di vita che sono contro Dio”. Da qui l’auspicio: “Rialziamoci insieme e aggrappiamoci alla croce di Cristo, per trovare la forza di prendere posizione contro i mali della nostra terra di Calabria”. Mons. Morosini ha quindi lanciato un appello per la drammatica emigrazione dei giovani dalla Calabria, “terra che non offre speranza e dove tanti genitori dopo sacrifici vedono partire i loro figli”.