Nel primo trimestre 2019 si osserva un contenuto aumento dell’occupazione sia rispetto al quarto trimestre 2018 sia su base annua. Il tasso di occupazione destagionalizzato si porta al 58,7% (+0,1 punti in confronto al trimestre precedente) come sintesi dell’aumento di quello femminile e della stabilità di quello maschile. L’indicatore supera di oltre tre punti il valore minimo del terzo trimestre 2013 (55,4%) tornando ai livelli pre-crisi e sfiorando il livello massimo del secondo trimestre del 2008 (58,8%). Lo certifica la “Nota trimestrale congiunta sulle tendenze dell’occupazione” diffusa oggi da ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal.
“Queste dinamiche – si legge – si sono sviluppate in un contesto di lieve aumento congiunturale del Pil (+0,1%) dopo due trimestri di leggero calo (-0,1%); l’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) registra una dinamica significativamente più accelerata rispetto a quella del Pil (+0,4 sotto il profilo congiunturale e +1,1% in termini tendenziali)”.
Secondo i dati Istat, prosegue la crescita tendenziale dell’occupazione dipendente in termini sia di occupati (+0,5%) sia di posizioni lavorative riferite ai settori dell’industria e dei servizi (+1,7%). Lo stesso andamento si riscontra nei dati del ministero del Lavoro e delle politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie (Co) rielaborate (+376mila posizioni lavorative nel primo trimestre 2019 rispetto al primo del 2018) e nei dati
dell’Inps-Uniemens riferiti alle sole imprese private (+351 mila posizioni lavorative al 31 marzo 2019 rispetto al 31 marzo 2018). L’aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti interessa tutte le classi dimensionali d’impresa.