Migranti: all’esame del Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare “Ero straniero”. Don Colmegna, “risultato importante”

Con l’audizione di oggi pomeriggio presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati, comincia la discussione della proposta di legge di iniziativa popolare della campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene”, depositata con le firme di 90mila persone in Parlamento il 27 ottobre 2017. “L’inizio della discussione della proposta di legge di ‘Ero Straniero’ è un risultato che riteniamo importante – commenta don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della carità -, frutto del lavoro di un movimento, nato dal basso e fatto di tante esperienze diverse, che vuole affrontare il fenomeno migratorio per governarlo e non per lasciarlo in balia delle contrapposizioni ideologiche, che servono a poco”. Don Colmegna ricorda che oltre 3.500 persone nel solo 2019, in virtù del regolamento di Dublino, vengono rimandate in Italia dai Paesi dell’Unione europea e “rischiano di diventare ‘fantasmi’ senza diritti e di andare ad allargare le fila di chi vive in condizioni di marginalità ed esclusione sociale. Per questo è urgente lavorare sui temi della regolarizzazione e dell’inclusione”. I promotori sono Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Radicali Italiani, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Cild, insieme a Oxfam Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, Ascs-Agenzia Scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo, Aoi, Fcei-Federazione Chiese evangeliche italiane. Il titolo della proposta di legge è “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Relatore in Commissione Affari costituzionali è il deputato Riccardo Magi. Si compone di 8 articoli che prevedono l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari; la reintroduzione del sistema dello sponsor; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”; nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali; misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo; il godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati; l’uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale; maggiori garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri; l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.

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