Messico: Cem incontra presidente López Obrador. Emergenza migratoria e pace i temi del colloquio “fraterno e propositivo”

Il Consiglio di Presidenza della Conferenza episcopale messicana, guidato dal presidente, mons. Rogelio Cabrera López, si è riunito ieri con il presidente della Repubblica Andrés Manuel López Obrador. L’obiettivo è “avviare un dialogo fraterno e propositivo, con la volontà di collaborare nella costruzione di una società più giusta, solidale e in pace”.
L’emergenza migratoria e la costruzione della pace sono stati i due temi affrontati durante l’incontro.
Riguardo alle migrazioni, la Chiesa ha ribadito di voler “continuare a collaborare dando risposte all’emergenza” attraverso le sue risorse: più di 130 strutture di accoglienza e migliaia di operatori pastorali in tutto il territorio messicano “impegnati nella missione umanitaria e nella difesa dei diritti umani, un’opera non sempre riconosciuta”. La Presidenza della Cem ha quindi spiegato che serve “una maggiore collaborazione congiunta per garantire la sicurezza dei migranti”. I vescovi hanno spiegato al presidente di essere preoccupati per “la criminalizzazione e la stigmatizzazione” dei migranti e di chi difende i loro diritti.
Per quanto riguarda la pace, la Cem ha manifestato il desiderio di dare il proprio contributo alla “ricostruzione del tessuto sociale e al rafforzamento dello stato di diritto”, attraverso il Piano di costruzione della pace, “che prevede centri di ascolto, centri per la difesa dei diritti umani, accompagnamento delle vittime e seminari di educazione alla pace. La sofferenza di tante famiglie messicane per la violenza e l’insicurezza chiedono con urgenza la nostra fraterna collaborazione”.
Il comunicato elenca anche altri temi che nel colloquio sono stati accennati (dipendenze, giovani, la situazione delle carceri, il rispetto per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, la difesa della famiglia, la salute e la pastorale castrense). E sottolinea che la Chiesa intende adempiere alla sua missione partecipando alla ricerca del bene comune, “in una linea di laicità positiva, in cui l’esercizio pieno della libertà religiosa fortifica la democrazia”.

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