Si sono riuniti a Roma, ieri e oggi, la Presidenza e il Consiglio nazionale di Caritas Italiana. Dopo aver salutato il nuovo presidente, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia, si è proceduto all’elezione di due nuovi membri di presidenza: Angelo Raponi, direttore Caritas diocesana di Latina e delegato regionale Caritas Lazio, e Giuseppe Paruzzo, direttore Caritas diocesana di Caltanissetta e delegato regionale Caritas Sicilia.
Nell’approvare le linee di programmazione si è posto l’accento sul quadro entro cui collocare i molteplici impegni: una dimensione pedagogica capace di generare buona cultura, nell’ottica dello sviluppo umano integrale, sempre alla luce del Vangelo.
Elementi essenziali, sostenibili nel tempo e soprattutto trasferibili ai diversi destinatari e ambiti di intervento, sono e restano per Caritas “lo sviluppo e l’animazione della comunità, la qualità pastorale delle opere per riuscire a generare processi, la costruzione di reti e collaborazioni territoriali, la formazione degli operatori e della comunità”.
Si sono così delineate “sfide e prospettive di lavoro futuro nell’ottica di una carità che deve essere dinamica, innovativa, attenta ai cambiamenti culturali, ai nuovi fenomeni, capace di discernere i bisogni e i ‘segni dei tempi'”.
Un accento particolare è stato posto sulla comunicazione, intesa come “narrazione” capace di andare oltre lo spot e in grado di raccontare anche con nuovi linguaggi le storie delle persone e delle comunità.
Proprio nel giorno in cui l’Istat ha diffuso dati che confermano che 5 milioni di persone restano in povertà assoluta, la Caritas ha ribadito “tra le sue principali attenzioni quelle verso le famiglie e le persone povere, grazie anche al lavoro capillare degli oltre tremila centri d’ascolto in tutto il Paese che ogni giorno si dedicano all’ascolto, all’orientamento, all’accompagnamento di chi è in difficoltà”.
Ci si è, inoltre, confrontati su “politiche migratorie e protezione internazionale, servizio civile e interventi a livello globale nelle diverse aree di crisi”.
Un impegno a 360° testimoniato nelle cifre del bilancio 2018, che rendono conto di “un intenso lavoro a servizio dei poveri, con una presenza che vuole essere lievito cristiano e con una particolare attenzione pedagogica al mondo dei giovani, protagonisti di comunità che sanno condividere”.