Papa a Camerino: Uncem, “monito alla politica per la ricostruzione”

“La presenza del Papa a Camerino concentra moltissimi significati laici che, in mezzo a quelli religiosi, non possiamo tralasciare. Quell’area così colpita duramente dal sisma ha bisogno di non essere dimenticata dalla politica e dalle istituzioni centrali. Lo abbiamo detto in tante occasioni, in particolare assieme al Capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, che come tutti i sindaci e gli amministratori locali conosce benissimo le problematiche di territori e comunità, legati in particolare a ritardi e burocrazia eccessiva, capaci di far perdere la speranza. Quella speranza invece che Papa Francesco ha voluto restituire”. Lo affemano Michele Maiani, presidente Uncem Marche, e Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, a poche ore dalla visita del Papa a Camerino. “Continuamente Uncem ha chiesto semplificazioni alla normativa – spiegano – anche come contrasto alla solitudine delle popolazioni e alla percezione di abbandono che spesso si registra dopo emergenze come il sisma. La ricostruzione si fa tenendo insieme le comunità ai mattoni. Insieme”. L’impegno chiesto dall’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani è quello di “ricostruire i legami e le anime sociali ed economiche dei luoghi”, soprattutto delle “aree interne e montane del Paese”. “Le voci dei Sindaci e dei terremotati devono essere ascoltate dal Governo e dal Parlamento. Il Papa a Camerino ha restituito speranza a ciascuno, anche alle amministrazioni locali. Ha lanciato un monito importante alla politica per la ricostruzione e per non far dimenticare quelle comunità, affinché i rapporti non siano allentati e distrutti dalla burocrazia. Ora dovremo far sì che quella speranza non venga rubata da incertezza, da tempi eterni, da disattenzioni e dalla politica che si volta dall’altra parte”.

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