Libertà di opinione: Belardinelli (Università di Bologna), “in Europa occorre tenere gli occhi più aperti”

“Occorre domandarsi se nei nostri Paesi europei esiste ancora la libertà d’opinione o dobbiamo invece tutti sottometterci ai canoni di una cultura certo potentissima, ma illiberale e per giunta piuttosto fallimentare”. Lo scrive Sergio Belardinelli, docente di Sociologia dei processi culturali presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna, nell’ultimo numero di “Vita e pensiero”, rivista di cultura fondata dall’Università Cattolica. Nella sua riflessione, il docente prende spunto dal licenziamento del filosofo Roger Scruton, a seguito delle dichiarazioni contenute in un’intervista a tutto campo rilasciata al settimanale progressista The New Statesman, dall’incarico, che gli era stato conferito dal governo inglese, di capo di una commissione che si sarebbe dovuta occupare di politiche abitative. Belardinelli riflette sul fatto che “il successo in Europa di certe culture, diciamo così, populiste e contrarie all’immigrazione, di cui Orban è sicuramente un rappresentante, dipende in gran parte proprio dalla leggerezza criminale con la quale molti di coloro che oggi stigmatizzano il pensiero di Scruton per anni hanno ignorato o liquidato come pseudo-problemi l’identità dei popoli e delle nazioni e la stessa immigrazione”. Così citando Scruton a proposito del futuro dell’umanità, il docente riferisce che “ci siano delle difficoltà che stiamo ignorando. Ad esempio l’ascesa dei cinesi. C’è qualcosa di pauroso che riguarda la politica di massa cinese. Io penso che noi inventiamo robot, ma anche loro in un certo senso creano dei robot con il loro stesso popolo. Restringendo la libertà, ogni cinese diventa una sorta di replica dell’altro e questa è una cosa molto preoccupante”. Quindi la riflessione di Belardinelli. “A me queste sue parole piacciono molto e certamente suonano più come una rivendicazione di libertà che come un’offesa al popolo cinese. Il fatto che siano state strumentalizzate come ha fatto The New Statesman, producendo gli effetti che conosciamo, fa supporre che anche in Europa, sulle nostre libertà, faremmo bene a tenere gli occhi un po’ più aperti”.

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