Prossimità
Gli aeroporti sono “grandi periferie umane”, in un mondo in cui “lo sviluppo tecnologico, la frenesia del lavoro, il continuo transito di gente favoriscono nelle aerostazioni un’atmosfera di anonimato e di indifferenza, rendendole grandi periferie umane”. Lo ha detto il Papa, ricevendo in udienza, nella Sala Clementina, i partecipanti all’incontro mondiale del Cappellani dell’aviazione civile, in occasione del Seminario mondiale, promosso fino al 13 giugno dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, sul tema: “I cappellani cattolici e gli operatori di pastorale dell’aviazione civile al servizio dello sviluppo umano integrale”. “Si può seminare tanta pace con un gesto, una parola, uno sguardo”, ha detto a braccio il Pontefice. “Negli aeroporti – le parole di Francesco – voi siete anzitutto una presenza di gratuità: l’aeroporto non è un luogo di gratuità, e in quel contesto, voi offrite – in modo molto rispettoso e discreto – la possibilità di incrociare ‘l’adesso di Dio’. Perché quel giorno, quell’ora di passaggio, è in realtà irripetibile, e voi siete bravi a cogliere le opportunità che vi si presentano per avvicinarvi alle persone con la fantasia della carità pastorale: sia ai dirigenti, sia agli impiegati e ai diversi operatori, come pure ai passeggeri. La vostra testimonianza e il messaggio che date, ‘qui e ora’, può lasciare un segno che dura per tutta la vita, proprio con la forza della gratuità”. A questo proposito, il Papa ha raccontato a braccio “una storia che ho sentito di persona: un uomo di affari, sempre preoccupato per i suoi affari, era in aeroporto è andato in cappella. Cercava una fonte di energia per ricaricare il suo computer e l’ha trovata. Un cappellano si è avvicinato: ‘ha bisogna di qualcosa?’. Una parola dietro l’altra, ha sentito che nel suo cuore qualcosa era cambiata. ‘In quel momento ho incontrato Gesù’, mi ha raccontato: subito è andato a comprare un Vangelo, e tutti i giorni legge il Vangelo per incontrare quel Gesù che aveva incontrato in aeroporto”.
“Vi esorto a svolgere il vostro ministero con dedizione e passione, guardando i mille volti che vi passano davanti con il cuore di Cristo, perché ognuno possa sentire la vicinanza di Dio”, l’invito ai cappellani, affinché gli aeroporti diventino “porte e ponti di incontro con Dio e con i fratelli, figli dell’unico Padre, luoghi privilegiati dove la pecora perduta possa tornare ad incontrarsi col suo vero Pastore”. “In questi luoghi di partenza e di arrivo, spesso si crea una specie di ‘zona franca’, dove la persona nell’anonimato riesce ad aprire il proprio cuore, iniziando un processo di guarigione e di ritorno alla casa del Padre, magari abbandonata da tempo per varie circostanze della vita”, ha osservato Francesco: “Sappiamo poi che per gli equipaggi, piloti e assistenti di volo, gestire la propria vita personale e familiare non è facile: anche per loro è importante la vostra presenza, il vostro ascolto! L’amicizia, la vicinanza, e il tempo che dedicate ad essi e, direttamente o indirettamente, alle loro famiglie risultano di grande aiuto”.