
Una cattedrale gremita e una comunità cattolica in festa. Così i fedeli di Pristina hanno accolto il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin nel primo giorno della sua visita nel Kosovo. Alle 11 nel giorno del Pentecoste il cardinale ha celebrato la messa nella concattedrale S. Teresa di Calcutta nel cuore della dinamica Pristina, “città che vive una fase di rapidi mutamenti e che nella sua modernità si mostra all’altezza degli standard europei”, come l’ha descritta il porporato. Parolin ha portato “il saluto e la benedizione di Papa Francesco, il quale è spiritualmente vicino al popolo kosovaro e, in particolar modo, alla comunità cattolica di questa terra, che, anche nei momenti più difficili e talvolta travagliati della sua storia, non ha mai perso la consapevolezza di essere parte, per quanto piccola, della grande Chiesa universale”. Inoltre il Segretario di Stato ha sottolineato “la freschezza di entusiasmo con cui questa comunità cattolica vive la sua fede in Cristo”. Soffermandosi poi sul significato della solennità della Pentecoste, il cardinale ha parlato della Chiesa come concetto di “unità nella diversità” e “casa dell’armonia”.
Durante la messa a Pristina, il Segretario di Stato ha amministrato il sacramento della Confermazione a 40 giovani. “Anche se la pace in questa regione è una realtà ormai stabile, le ferite della tragedia che vi si è consumata verso la fine del ventesimo secolo non sono ancora del tutto rimarginate – ha affermato Parolin – e sottolineano l’esigenza profonda del perdono e della riconciliazione che un anima cristiana non può non sentire”. “Siate artigiani di pace, sempre, con tutti”, ha esortato il porporato.