“Oltre a coloro che hanno l’obbligo giuridico di segnalare, tutti possono presentare segnalazione per condotte che potrebbero configurarsi come criminali”. È una delle novità del Motu proprio “Vos estis lux mundi”, segnalata da mons. Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, in un articolo che sarà pubblicato su L’Osservatore Romano. “Ovviamente, data la gravità della materia e le conseguenze che potrebbero derivare per le persone segnalate, chi segnala deve avere motivi fondati e fornire tutti gli elementi in suo possesso per permettere una adeguata valutazione dei fatti”, precisa il presule, secondo il quale “per contrastare l’orrendo crimine dell’abuso dei minori, bisogna che maturi sempre più in tutti la consapevolezza del dovere (morale) di segnalare gli abusi”. La segnalazione deve essere inoltrata ad uno specifico organismo: per questo viene stabilito che entro un anno dall’entrata in vigore del Motu proprio, “ogni diocesi o Eparchia, singolarmente o insieme ad altre Diocesi, deve avviare – se non l’ha già fatto – uno o più sistemi stabili (utilizzando anche la via telematica) e facilmente accessibili al pubblico, per accogliere le segnalazioni; può essere istituito anche un ufficio ad hoc”. La normativa da seguire in caso di segnalazione di fatti commessi “da cardinali, patriarchi, vescovi, legati pontifici”, come i nunzi apostolici, “risulta nuova”, fa notare Iannone: altra novità del Motu Proprio è il coinvolgimento del Metropolita della provincia ecclesiastica nella quale ha il domicilio la persona oggetto della segnalazione.