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Teologia: Gronchi, in Bergoglio “c’è un modo di dire la verità che non colpevolizza”

“Si possono rintracciare dei paradigmi teologici nei documenti magisteriali di Papa Francesco, che hanno differenti ambiti disciplinari di riferimento”. Ne è convinto il teologo Maurizio Gronchi, intervenuto questo pomeriggio, alla Pontificia Università Gregoriana, al Simposio su “Teologia e magistero nella Chiesa con Papa Francesco”. Tre le “direttrici principali” dei documenti magisteriali di Bergoglio, ha proseguito il teologo: “il primato incondizionato della grazia, la maturazione graduale nell’esistenza credente, il discernimento personale e comunitario. Ad esse occorre riferirsi per comprendere come la dimensione esodale e sinodale della Chiesa derivi dal tono più che dallo sforzo umano; come il Vangelo della creazione si radichi nel progetto evolutivo di Dio che conduce l’universo alla pienezza della vita ecclesiale anche dei figli più fragili e feriti richieda un sapiente e coraggioso cammino di discernimento personale e comunitario”. Sintetizzando il modo di scrivere e di comunicare tipico del pontefice argentino, Gronchi lo ha associato “al genere del dolce stil novo”: “Il suo modo di procedere – ha spiegato – è ellittico, poiché si armonizza intorno a due fuochi permanenti: il cuore umano e il cuore del Vangelo”. L’obiettivo di questa maniera di procedere, secondo il teologo, “è quello di suscitare una percezione, favorire un incontro, muovere il cuore verso un’esistenza nuova. In una parola, di mostrare la bellezza del Vangelo, che suscita intima e profonda gioia”, come recita il titolo dell’Evangelii gaudium: “C’è un modo di dire la verità che non colpevolizza, una maniera di parlare d’amore non melliflua, una forma di chiedere impegno che non scoraggia”. “Dolce”, dunque, “poiché non cattedratico né apotittico”, “stil”, perché “armonico e diretto”; “novo”, in quanto “soffio di aria fresca e pulita”.