Riepilogo

Notizie Sir del giorno: udienza, cristiani perseguitati, elezioni europee, migranti a Tapachula, corridoi umanitari, famiglia rom Casal Bruciato, supplica Madonna Pompei

Papa Francesco: udienza, “come cristiani, la nostra vocazione e missione è essere segno e strumento di unità”

“Come cristiani, la nostra vocazione e missione è essere segno e strumento di unità, e possiamo esserlo, con l’aiuto dello Spirito Santo, anteponendo ciò che ci unisce a ciò che ci ha diviso o ancora ci divide”. Con queste parole il Papa ha commentato uno dei momenti del viaggio in Bulgaria: l’incontro con il patriarca della Chiesa ortodossa bulgara Neofit e i membri del Santo Sinodo, definito “un passo avanti sulla via della fraternità”. “Sono rientrato ieri sera da un viaggio apostolico di tre giorni che mi ha condotto in Bulgaria e in Macedonia del Nord”, ha esordito Francesco, che durante la catechesi dell’udienza di oggi ne ha ripercorso le tappe: “Ringrazio Dio per avermi concesso di compiere queste visite, e rinnovo la mia gratitudine alle autorità civili di questi due Paesi che mi hanno accolto con grande cortesia e disponibilità. Ai vescovi e alle rispettive comunità ecclesiali va il mio grazie più cordiale, per il calore e la devozione con cui hanno accompagnato il mio pellegrinaggio”. (clicca qui)

Cristiani perseguitati: diocesi di Perugia, “il card. Bassetti è tutt’altro che silenzioso sulle stragi nel mondo”

“Sorprende non poco la notizia dei ‘vescovi silenti sui cristiani perseguitati’, pubblicata da Il Foglio (6 maggio), nel riportare il commento dell’ex direttore del Wall Street Journal, Gerard Baker, una sorta di ‘j’accuse’ contro il silenzio delle ‘gerarchie cristiane’”. Lo si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa dell’arcidiocesi di Perugia. “Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, è tutt’altro che silenzioso sulle stragi di cristiani in diverse zone del mondo, in particolare nello Sri Lanka. Il presidente della Cei è intervenuto su questo inquietante argomento nell’omelia di Pasqua, il 21 aprile, pronunciata in una gremita cattedrale di San Lorenzo di Perugia (riportata anche dalle agenzie Ansa e Sir), e due domeniche dopo, il 5 maggio, nella stessa cattedrale perugina, in occasione della solenne celebrazione eucaristica di accoglienza al suo nuovo vescovo ausiliare, mons. Marco Salvi, e di saluto al predecessore, mons. Paolo Giulietti, arcivescovo eletto di Lucca, davanti a una decina di vescovi, ottanta sacerdoti e diverse centinaia di fedeli umbri e toscani (Avvenire, 7 maggio)”. Bassetti “in entrambe le circostanze, ha denunciato come ‘il martirio e la persecuzione dei cristiani continuano, perché i cristiani appartengono a Cristo e perché con la loro vita sanno andare controcorrente’”. (clicca qui)

Elezioni europee: Tajani (Parlamento Ue), “scelta sovranista è antinazionale, sì a nuova stagione della forza delle idee”

“La scelta sovranista è antinazionale perché isola l’Italia”. Lo ha scandito il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, intervenendo a Roma all’incontro “Sì all’Europa per farla”. Secondo il presidente dell’Europarlamento è arrivato il momento di dire “basta a chi usa la violenza: deve iniziare la stagione della forza delle idee. La violenza porta alla sconfitta, la forza delle idee alla vittoria”. Per Tajani di fronte ad un’Europa che “ha perso lo spirito iniziale, in quanto il sogno politico è condizionato dal potere tecnocratico e burocratico”, c’è bisogno di una “vera grande riforma” che può essere fatta “dal popolarismo, con un ritorno della politica a Bruxelles, cioè con dei leader che abbiano una visione europea”. “Se la politica rinuncia al suo ruolo, avremo solo la rigida osservanza di numeri e norme che trasforma il rigore in austerità; se la politica non guida le scelte, non c’è centralità della persona”, ha osservato Tajani sottolineando che “la prima riforma da fare è ritornare alla politica”. Tajani ha ricordato la necessità di “dare più poteri al Parlamento, far sì che ci sia una Banca centrale europea come la Federal Reserve americana, promuovere un processo di rafforzamento che non significa rinunciare alla nostra identità”. (clicca qui)

Messico: emergenza migranti. P. López (Tapachula) al Sir, “situazione al collasso. Africani e cubani arrivano qui dal Nicaragua e sono bloccati da mesi”

Arrivano tutti a Tapachula. E lì si bloccano. La città del Chiapas, alla frontiera meridionale messicana, tradizionale punto d’approdo per i migranti che si propongono di attraversare il Messico per provare a raggiungere gli Stati Uniti, sta letteralmente scoppiando. L’allarme è stato lanciato ieri in un comunicato della Conferenza episcopale messicana, firmato anche da mons. Jaime Calderón Calderón, vescovo di Tapachula. Padre Sergio López Méndez, coordinatore della Pastorale della Comunicazione della diocesi di Tapachula conferma che la situazione migratoria è ormai al collasso: “Il centro di accoglienza diocesano è stracolmo e attualmente vi si trovano trecento persone. Noi come Chiesa e neppure le autorità governative riescono a far fronte all’arrivo massiccio di migranti”. “Le carovane dei centroamericani, certo, continuano ad arrivare, ma – spiega – in misura minore rispetto alla fine del 2018. In questo momento ci sono tantissimi migranti africani, nel nostro centro di accoglienza sono la maggioranza, ma molti vivono in strada in situazioni davvero precarie. E poi ci sono i cubani, aumentati tantissimo negli ultimi mesi”. A Tapachula tutto si blocca: “Gli africani stanno aspettando un salvacondotto dall’Istituto nazionale per le migrazioni. I cubani sono in attesa di poter proseguire nel loro cammino da sei mesi”. Una situazione ormai insostenibile. (clicca qui)

Corridoi umanitari: Impagliazzo (Sant’Egidio), “il premier Conte è favorevole a ipotesi da Libia ma ancora nessuna risposta formale”

“Sappiamo che il premier Giuseppe Conte è favorevole all’ipotesi dei corridoi umanitari europei dalla Libia, facendo arrivare 50.000 richiedenti asilo in due anni. L’Italia dovrebbe farsi carico di 2.500 persone il primo anno. I due ministeri dell’Interno e degli Esteri stanno studiando le proposte. Ma ad oggi non abbiamo avuto nessuna risposta formale”. Lo ha detto oggi Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, parlando ai giornalisti della Sala Stampa estera a Roma. Il riferimento è alla lettera dello scorso 29 aprile indirizzata al presidente del Consiglio dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Federazione delle Chiese evangeliche, nella quale propongono, visto l’inasprimento del conflitto in Libia, di realizzare una iniziativa umanitaria europea “per salvare una parte dei richiedenti asilo che attualmente si trovano in centri considerati da tutti gli osservatori internazionali, incapaci di garantire, pur minimamente, il rispetto dei diritti umani”. La modalità sarebbe quella già sperimentata con successo dei corridoi umanitari: dal dicembre 2015 all’aprile 2019, in partenariato con la Fcei e con la Conferenza episcopale italiana (che agisce tramite Caritas e Migrantes), e con le Chiese di Belgio, Francia e Andorra, sono arrivati in Europa, tramite i corridoi umanitari, 2.480 persone. Di questi, “solo una cinquantina non sono rimasti in Italia perché volevano raggiungere i familiari in nord Europa”. Tutti hanno avuto lo status di rifugiati. In Italia sono 2.014, in Francia 309, in Belgio 150 e in Andorra 7. (clicca qui)

Casal Bruciato: mons. Palmieri (ausiliare Roma), “abbiamo invitato la famiglia rom dal Papa, sono molto impauriti”

“Li abbiamo invitati domani dal Papa ma non ci hanno ancora detto se verranno, ci faranno sapere presto. Sono molto impauriti, hanno mandato dagli zii tutti i bambini e tengono con sé solo la bimba di 3 anni. Ma come si fa? Dopo aver sentito gridare ‘vi stupriamo’, come possono rimanere lì? Questi due genitori sono coraggiosi ma hanno sentito tutto e ricordano bene le frasi. Hanno paura, vogliono andar via. Per loro stare in quella casa, dopo 15 anni di campo, era l’inizio di un riscatto”. Così mons. Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare del settore est di Roma, racconta in una intervista al Sir l’incontro di oggi con la famiglia rom al centro delle proteste violente di alcuni residenti e di militanti di Casa Pound a via Satta, nel quartiere di Casal Bruciato, a Roma. Mons. Palmieri era insieme alla sindaca Virginia Raggi e al direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus. La famiglia viveva nel campo La Barbuta ed aveva aspettato 15 anni per l’assegnazione legale di un alloggio popolare. “Volevano segnare una svolta – prosegue mons. Palmieri -. Il padre di famiglia, con una innocenza che mi ha colpito tanto, mi ha detto: ‘Io volevo organizzare una festa per tutto il condominio, invece ho capito che non si può fare’. Io non so se la famiglia ce la farà a rimanere lì”. (clicca qui)

Supplica Madonna Pompei: mons. Caputo (arcivescovo), “il santo Rosario ci sostiene in impegno di carità”

“Vogliamo ringraziare in modo speciale Papa Francesco anche perché, durante l’udienza generale in piazza San Pietro, ha voluto ricordare” la Supplica alla Madonna di Pompei. Lo ha detto stamattina l’arcivescovo prelato e delegato pontificio di Pompei, mons. Tommaso Caputo, nel saluto all’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede, all’inizio della messa che si celebra oggi nella città mariana, prima della recita della supplica alla Madonna del Rosario, alle ore 12, per la quale sono giunte migliaia di pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall’estero, tra essi dalla Polonia, dall’Ungheria e dalla Corea del Sud. “Molti sono qui dai giorni scorsi e tanti hanno trascorso la notte d’attesa in preghiera”, ha ricordato mons. Caputo. “La preghiera del Santo Rosario, fondamento stesso del nostro santuario, ci sostiene in questo impegno di carità e nella cura pastorale dei circa due milioni di pellegrini che ogni anno visitano la nostra basilica, consacrata alla Pace universale, per la quale pregheremo in modo particolare oggi”. Mons. Peña Parra ha evidenziato come “la grandezza di Pompei sta in questa duplice prospettiva: la preghiera e la carità, come l’ha ideata Bartolo Longo. Si tratta di uno stigma che resta nitido ed incisivo pur di fronte al mutare dei tempi”. (clicca qui)