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Papa in Macedonia: incontro con i giovani, “nell’era delle connessioni la migliore lezione è il faccia a faccia”

“Nessuno può affrontare la vita in modo isolato, non si può vivere la fede, i sogni senza comunità, solo nel proprio cuore o a casa, chiusi e isolati tra quattro mura, c’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti”. Ne è convinto il Papa, che davanti ai giovani riuniti nel Centro pastorale di Skopje ha ribadito: “Com’è importante sognare insieme! Come fate oggi: qui, tutti uniti, senza barriere. Per favore, sognate insieme, non da soli; con gli altri, mai contro gli altri. Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; insieme si costruiscono i sogni”. Poi una parentesi a braccio: “Pochi minuti fa abbiamo visto dei bambini che giocavano qui, volevano giocare e giocare insieme: e non volevano giocare davanti a uno schermo. Erano felici, contenti, perché sognavano di giocare insieme, l’uno con l’altro. A un certo punto uno ha cominciato a sognare contro l’altro e ha cercato di vincerlo, e quella gioia si è trasformata in pianto del povero che rimasto sul pavimento. Avete visto che si può passare da sognare con l’altro a sognare contro l’altro: mai dominare l’altro, fare comunità con l’altro!”. “Negli anni che ho – e non sono pochi – sapete qual è la miglior lezione che ho visto e conosciuto in tutta la mia vita? Il faccia a faccia”, ha rivelato Francesco ai giovani: “Siamo entrati nell’era delle connessioni, ma sappiamo poco di comunicazioni. Troppi contatti, ma poco comunicarsi. Molto connessi e poco coinvolti gli uni con gli altri. Perché coinvolgersi chiede la vita, esige di esserci e condividere momenti belli… e altri meno belli. Al Sinodo dedicato ai giovani lo scorso anno, abbiamo potuto vivere l’esperienza di incontrarci faccia a faccia, giovani e meno giovani, e ascoltarci, sognare insieme, guardare avanti con speranza e gratitudine”. “Quello è stato il miglior antidoto contro lo scoraggiamento e la manipolazione, contro la cultura dell’effimero e dei falsi profeti che annunciano solo sventure e distruzione: ascoltare e ascoltarci”, la testimonianza di Francesco: “E permettetemi di dirvi qualcosa che sento proprio nel cuore: concedetevi l’opportunità di condividere e godervi un buon ‘faccia a faccia’ con tutti, ma soprattutto con i vostri nonni, con gli anziani della vostra comunità. Qualcuno forse me lo ha già sentito dire, ma penso che è un antidoto contro tutti quelli che vogliono rinchiudervi nel presente affogandovi e soffocandovi con pressioni ed esigenze di una presunta felicità, dove sembra che il mondo finisca e bisogna fare e vivere tutto subito. Ciò genera con il tempo molta ansia, insoddisfazione e rassegnazione”.