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Papa in Macedonia: incontro con i giovani, “ascoltare gli anziani” per dire no a “colonizzazioni ideologiche”. Elogia donna in attesa di bimbo e chiede “applauso a tutte le donne coraggiose che portano la storia avanti”

“Per un cuore malato di rassegnazione, non c’è rimedio migliore che ascoltare le esperienze degli anziani”. Nella parte finale del dialogo con i giovani riuniti a Skopje, il Papa è tornato a far risuonare un appello a lui caro: “Prendete tempo con i vostri vecchi, con i vostri anziani, ascoltate i loro lunghi racconti, che a volte sembrano fantasiosi, ma, in realtà, sono pieni di un’esperienza preziosa, di simboli eloquenti e di saggezza nascosta da scoprire e valorizzare. Sono racconti che richiedono tempo. Non dimentichiamo il detto che un nano può vedere più lontano stando sulle spalle di un gigante. In questo modo acquisterete una visione finora mai raggiunta. Entrate nella saggezza del vostro popolo, della vostra gente, senza vergogna né complessi, e troverete una sorgente di creatività insospettata che riempirà tutto, vi permetterà di vedere strade dove gli altri vedono muri, possibilità dove altri vedono pericolo, risurrezione dove tanti annunciano solo morte”. Poi una lunga parentesi a braccio sul valore degli anziani per i giovani: “Sono le radici del vostro popolo, della vostra storia delle vostre famiglie: voi dovete aggrapparvi alle radici per prendere il succo che farà crescere l’albero, e darà fiori e frutti, ma sempre dalle radici. Non dico che dovete sotterrarvi on le radici, ma dovete ascoltare le radici e prendere da loro la forza per crescere, per andare avanti. Se ad un albero gli si tagliano le radici, un albero muore: se a voi giovani vi tagliano le vostre radici, che sono le storie del vostro popolo, voi morirete: vivrete, sì, ma il vostro popolo non potrà dare frutto perché voi vi siete staccati dalle vostre radici”.

Quindi il Papa, sempre a braccio, ha citato l’esempio dei popoli europei, che “quando erano andati a scoprire l’America facevano vedere agli indigeni i vetri colorati, e loro si entusiasmavano e gli davano tutto: dimenticavano le loro radici e acquistavano i vetri colorati, per avere questa novità che non valeva niente”. “Voi giovani state attenti, perché anche oggi ci sono i conquistatori, i colonizzatori, che vi porteranno i vetri di colore: sono le colonizzazioni ideologiche. Verranno da voi e vi diranno: dimenticate le cose vecchie, andate avanti. Cosa dovete fare? Discernere. E per non ingannarci è importante parlare con gli anziani, che vi trasmetteranno la storia del vostro popolo, le radici del vostro popolo”. “Parlare con i vecchi per crescere, parlare con la nostra storia per portarla più avanti ancora. Parlare con le vostre radici per dare fiori e frutti”. Per finire, una rivelazione, sempre fuori testo: “All’inizio di questo intervento con voi la mia attenzione è stata attirata da una situazione. Guardavo questa donna, qui avanti: aspetta un bimbo. E qualcuno di voi pensa: povera donna, come dovrà lavorare! Nessuno di voi pensa: ‘passerà tante notti senza dormire, per il bimbo che piange?’ No, quel bimbo è una promessa, guarda avanti. Questa donna ha rischiato di portare un bimbo al mondo, guarda avanti, guarda la storia, perché si sente con la forza delle radici per portare avanti la vita, la patria, il popolo. Un applauso a tutte le donne coraggiose che portano la storia avanti!”. Prima di concludere, il Papa ha pregato insieme ai giovani con una preghiera di Madre Teresa: “Ti servono le mie mani, Signore, per aiutare oggi i malati e i poveri che ne hanno bisogno? Signore, io oggi ti offro le mie mani. Ti servono i miei piedi, Signore, perché mi conducano oggi a coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti offro i miei piedi. Ti serve la mia voce, Signore, perché io oggi parli a tutti coloro che hanno bisogno della tua parola d’amore? Signore, oggi ti offro la mia voce. Ti serve il mio cuore, Signore, perché io ami chiunque, senza alcuna eccezione? Signore, oggi ti offro il mio cuore”.