Scuola paritaria

Elezioni europee: Kaladich (Fidae), “ai candidati chiediamo di farsi garanti della libertà di scelta educativa per le famiglie”. In Italia “è ancora un tabù”

“Ai candidati al Parlamento europeo chiediamo di farsi garanti in Europa della libertà di scelta educativa per le famiglie. Lo scorso 16 aprile è stato presentato a Strasburgo il manifesto per garantire questo diritto in Europa, attraverso l’introduzione del reddito all’istruzione che permetta alle famiglie di scegliere, sul piano economico, in modo paritario”. Lo afferma Virginia Kaladich, presidente della Federazione istituti attività educative (Fidae), in occasione delle elezioni europee. In Europa la libertà di scelta educativa è un diritto riconosciuto in quasi tutti i Paesi membri. In Italia, la legge esiste ma nei fatti mancano ancora alcuni passi. Sebbene in campagna elettorale il tema non sia entrato nelle agende delle fazioni politiche, tranne alcune eccezioni, la Fidae spera che le future istituzioni europee scelgano di affrontarlo con serietà.
“Per la politica italiana il tema appare ancora un tabù. Molti politici temono che la scuola paritaria sia solo per i figli di papà e in generale per persone benestanti. Ma non è così. I nostri istituti – evidenzia Kaladich – sono frequentati soprattutto da famiglie con un reddito medio. Continuare a togliere la possibilità di poter scegliere fra la scuola pubblica statale e la scuola pubblica paritaria è non dare pari diritti a tutti i cittadini. Urge e rende monca la legge sulla parità del 2000”.
La presidente della Fidae precisa: “Chi continua a pensare che i fondi pubblici per le paritarie siano uno sperpero dimentica o non sa. Proprio gli istituti paritari permettono allo Stato di risparmiare. In molti altri Paesi dell’Unione, la libertà di scelta educativa è già possibile. Come Federazione siamo sicuri che anche i politici italiani ascolteranno questo appello, se non vogliono continuare a veder chiudere le scuole, licenziare centinaia di persone e negare un diritto alle famiglie”.
La risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 1984, ricorda Kaladich, “stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di rendere effettivo l’esercizio della libertà di educazione anche a livello finanziario, assicurando alle scuole non statali i sussidi necessari allo svolgimento dei loro compiti e al loro adempimento in condizioni uguali a quelle degli istituti pubblici, senza discriminazioni”. “Chiediamo ai candidati – conclude -, che questo possa concretizzarsi anche in Italia”.