Elezioni europee: fr. Poquillon (Comece), “guardiamoci dai falsi profeti, da chi utilizza i simboli cristiani per dire il contrario di Cristo”

foto SIR/Marco Calvarese

“Guardiamoci dai falsi profeti, da chi utilizza i simboli cristiani per dire il contrario di Cristo”. È il “monito” che giunge in queste ore anche dal segretario generale della Comece (la Commissione degli episcopati dell’Unione europea)  fr. Olivier Poquillon. In una intervista rilasciata al Sir, Poquillon – rispondendo ad una domanda sull’utilizzo dei simboli religiosi in campagna elettorale – dice: “Nella tradizione cattolica, ciò che è cristiano non è la terra, ma il popolo. E il popolo può dirsi di Dio se si comporta come corpo di Cristo. È attraverso i suoi comportamenti che il popolo può dirsi cristiano o no. Il Vangelo lo dice: l’albero si giudica dai suoi frutti. Il cristianesimo non è una cultura ma un’identità. Siamo quindi capaci di guardare all’Europa con lo sguardo di Cristo? Di agire come Lui per i più deboli, di andare a toccare l’intoccabile, di dialogare con il nemico? Giudichiamo l’albero dei suoi frutti. Non è opponendosi agli altri che si costruisce l’Europa cristiana, ma convertendoci e diventando cristiani nell’azione sociale, economica, politica, in tutti gli aspetti della nostra vita, come persone e come comunità, in privato e in pubblico”.

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