25° Istituto europeo oncologia

Sanità: Mattarella, “concezione del paziente come persona è fondamentale”

(Foto: Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

La “concezione del paziente come persona di cui tener conto complessivamente è non soltanto fondamentale, ma si è fatta strada, per fortuna, – e ancora deve farne molta – nelle strutture sanitarie del nostro Paese”. Lo ha sottolineato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia in occasione del 25° anniversario di fondazione dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) a Milano.
Il Capo dello Stato ha tributato l’omaggio a “Umberto Veronesi, alla sua intuizione, all’atto di fondazione insieme a Enrico Cuccia, alla sua guida dell’Istituto per tanto tempo”. “Ho avuto il privilegio di stare al governo insieme a Veronesi – ha ricordato Mattarella –, collaborando con molta efficacia e con molta intensità. Era facile trovare punti d’incontro e momenti di collaborazione: la disponibilità che manifestava – che certamente manifestava anche dentro lo Ieo – ne ha fatto un punto di riferimento non soltanto per l’Istituto, ma per il suo contributo alla ricerca nel settore della lotta ai tumori”. Avendo visitato la struttura dell’Istituto, il presidente della Repubblica ne ha elogiato “la scelta – che si vede anche nei locali come furono concepiti venticinque anni fa – di accoglienza, perché il paziente fosse considerato nella complessità e completezza della sua persona e non soltanto rispetto alla singola patologia che lo affliggeva”.
Altro aspetto richiamato è quello della ricerca, attuata qui “con tanta precisione e crescente indicazione, come ciascuna patologia, ciascuna malattia e ciascuna persona sia un caso unico, da considerare nella sua unicità, nella sua particolarità”. Mattarella ha sottolineato “l’attitudine dell’Istituto di seguire, dopo l’uscita dall’ospedale, i suoi pazienti per non perdere questo rapporto che è umano prima ancora che di carattere terapeutico”.
“Questa – ha commentato – è un’apertura culturale che sottolinea anche come sia inscindibile – e come qui questo avvenga perfettamente raccolto e praticato – il rapporto tra terapia e ricerca, la vicinanza funzionale – e a quanto ho compreso – anche fisica, di ambienti, di locali, tra chi effettua terapia e chi effettua ricerca. In realtà tutti effettuano insieme terapia e ricerca, non è separato neppure in ciascun operatore l’uno e l’altro aspetto. E ciò rende completa, moderna, più efficace l’azione nei confronti della condizione di salute del nostro Paese”.