Politica

Migranti: le organizzazioni del Tavolo Asilo nazionale, “no al decreto sicurezza-bis”

Le organizzazioni riunite nel Tavolo Asilo nazionale si dicono “contrarie” al decreto sicurezza-bis e “profondamente preoccupate per come il governo sta affrontando il tema dei diritti delle persone migranti, del loro salvataggio in mare, dell’accoglienza nei territori”. Al Tavolo Asilo nazionale aderiscono A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cir, Cnca, Comunità di S.Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII, Emergency, Focus – Casa dei diritti sociali, Intersos, Legambiente, Mediterranean Hope (Programma Rifugiati e Migranti della Fcei) Medecins du Monde – Missione Italia, Oxfam,  Senza Confine. Hanno inoltre aderito: Gruppo Abele, Libera, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Open Arms Italia Odv, Sea-Watch. “Il governo, negando l’esistenza di una guerra civile in Libia, continua nell’intento di impedire qualsiasi fuga, inasprendo la lotta contro chi cerca di salvare vite umane”, osservano le associazioni. Il decreto sicurezza-bis, in particolare, “colpisce chi risponde all’obbligo di soccorso prevedendo sanzioni amministrative per comportamenti coerenti con l’ordinamento giuridico e con i principi costituzionali, ma che agli occhi del ministro mettono in pericolo l’ordine pubblico”. Inoltre sposta “la competenza dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare su Procure della Repubblica impegnate nella lotta alle mafie, rischiando di distoglierle da un’attività di fondamentale importanza”. E “trasferisce le competenze interdittive del Codice della navigazione dal ministro delle Infrastrutture al ministro dell’Interno, violando gli ambiti di reciproca competenza”. Non solo: “Introduce norme per espellere chi è detenuto in carcere e finanzia i Paesi extra Ue per le riammissioni degli stessi, senza considerare i concreti rischi di violazione di diritti umani. Prevede inoltre una serie di misure d’inasprimento del Codice penale contro le legittime manifestazioni di espressione democratica”. Le organizzazioni ribadiscono che, come previsto dalla nostra Costituzione, “l’Italia debba promuovere politiche inclusive e di accoglienza, anziché contrastare chi salva vite umane”. E che “non si debbano consentire respingimenti verso zone di guerra e verso porti non sicuri, cosi come denunciato dalle Nazioni Unite nella lettera inviata al nostro governo”.