Assemblea Cei

Europa: card. Bassetti, “partecipare al voto”. “Soffiano populismi e sovranismi”. “Come italiani dovremmo essere il volto migliore dell’Europa”

“Chiediamo a tutti di superare riserve e sfiducia e di partecipare al voto. Siamo consapevoli che questo rimane solo il primo passo, ma è un passo che non ci è dato di disertare”. Si è conclusa con questo appello, in vista delle elezioni di domenica prossima, l’introduzione del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, all’Assemblea generale dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 23 maggio. “È vero che oggi l’Europa è sentita come distante e autoreferenziale, fino al punto da far parlare di una ‘decomposizione della famiglia comunitaria’, su cui soffiano populismi e sovranismi”, ha argomentato il cardinale soffermandosi sul futuro dell’Unione europea. “Lasciatemi, però, dire – forse un po’ provocatoriamente – che il problema non è innanzitutto l’Europa, bensì l’Italia, nella nostra fatica a vivere la nazione come comunità politica”, la tesi di Bassetti, che si è chiesto: “Oggi, noi italiani, cosa abbiamo ancora da offrire? Penso alle nostre virtù, prima fra tutte l’accoglienza; penso a una tradizione educativa straordinaria, a uno spirito di umanità che non ha eguali; penso alla densità storica, culturale e religiosa di cui siamo eredi”. “Attenzione, però: non si vive di ricordi, di richiami a tradizioni e simboli religiosi o di forme di comportamento esteriori!”, il grido d’allarme: “Il nostro è un patrimonio che va rivitalizzato, anche per consentirci di portare più Italia in Europa. Dobbiamo essere fino in fondo italiani – convinti, generosi, solidali, rispettosi delle norme – perché anche l’Europa sia un po’ più italiana. Dobbiamo essere fieri – sia detto senza alcuna presunzione – di un Cristianesimo che ha disegnato il Continente con il suo contributo di spiritualità e cultura, di arte e dottrina sociale. Di umanesimo concreto”. “Come italiani dovremmo essere il volto migliore dell’Europa per dare più fierezza ai nostri giovani, ai nostri emigrati e a quanti sbarcano sulle nostre coste, perché siamo il loro primo approdo”, l’appello finale, prima dell’invito a non disertare le urne.