Riepilogo

Sir: principali notizie dall’Italia e dal mondo. Capo Verde, morto cooperatore italiano. Algeria, proteste contro il governo

Cronaca: Capo Verde, morto il cooperatore fiorentino David Solazzo. Sull’incidente indagano le autorità locali

Un giovane fiorentino, David Solazzo, a Capo Verde per coordinare un progetto di cooperazione per il Cospe, Ong di Firenze, è morto sull’isola di Fogo. La notizia è stata pubblicata ieri sul sito del Cospe dove si spiega che il giovane sarebbe morto in un incidente sul quale “le autorità locali stanno ancora indagando”. Solazzo, 31 anni, agronomo, era arrivato a Capo Verde nel novembre scorso, spiega la nota pubblicata sul sito del Cospe, dove aveva “messo in campo la sua professionalità, la sua energia e passione al servizio delle comunità locali”. Il giovane era già stato per la stessa Ong anche in Angola: era un “amico e professionista serio e appassionato”. Il progetto di cui il giovane fiorentino era il coordinatore si chiama Rotas de Fogo, il suo obiettivo “è portare avanti azioni per il rafforzamento del turismo rurale e sostenibile nell’Isola di Fogo”. Il Cospe, conclude la nota, si stringe “attorno alla famiglia, alla fidanzata e agli amici, con l’impegno di fare di tutto per appurare la realtà dei fatti, ancora sgomenti per la tragica notizia”.

Ue: Varsavia, vertice dei 13 Paesi di più recente adesione alla “casa comune”. “Opportunità e sfide”

Il 1° maggio 2004 aderivano all’Ue dieci nuovi Paesi: Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Per celebrare il quindicesimo anniversario si è svolto ieri a Varsavia il vertice “Insieme per l’Europa”, aperto ai 13 paesi che hanno aderito all’Unione a partire dal 2004 (esteso dunque a Romania, Bulgaria e Croazia). Su invito del Presidente del consiglio dei ministri polacco Mateusz Morawiecki si sono presentati, fra gli altri, il premier di Ungheria Viktor Orban, della Repubblica ceca Andrej Babiš, della Lituania Saulis Skvernelis, dell’Estonia Juris Ratas, di Malta Joseph Muscat nonché della Bulgaria Bojko Borisov e della Romania Vasilica-Viorina Dancila (adesione nel 2007). Tra i partecipanti anche Andrei Plenkovic, il capo del governo della Croazia, nell’Ue dal 2013. Da Bruxelles è giunto Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea. Lo scopo del vertice era di sottolineare l’input di nuovi Paesi membri nella Ue e di segnalare le loro aspettative al pari con gli altri Paesi fondatori della Europa unita. Il presidente polacco Duda ha affermato: “L’appartenenza all’Unione europea ha cambiato molti settori della nostra vita. È diventata una sfida per noi, ma ci ha anche portato tanti benefici. L’apertura dei confini ha dato ai polacchi nuove opportunità. Molte aziende polacche hanno ottenuto successi in Europa, mentre la Polonia è cambiata grazie ai fondi comunitari ben utilizzati”.

Venezuela: sale la tensione nel Paese, nuovi scontri. Braccio di ferro politico tra Russia e Stati Uniti

Il Venezuela è stato teatro ieri di due imponenti mobilitazioni, a favore e contro il governo chavista, in cui il leader dell’opposizione autoproclamatosi presidente Juan Guaidó, al grido di “sì si può!”, ha chiesto ai suoi militanti di accompagnarlo per ottenere la fine della “usurpazione” del potere da parte del presidente Nicolás Maduro, mentre quest’ultimo ha celebrato “la sconfitta della destra golpista” che “voleva portare il Paese alla guerra civile”. Arringando i suoi sostenitori nel quartiere El Marqés nella capitale, Guaidò – spiegano le agenzie – ha annunciato che a partire da oggi inizierà un programma di scioperi scaglionati nell’amministrazione pubblica, fino a far sì che tutti i settori si uniscano in uno sciopero generale. Da parte sua Maduro, rivolgendosi alla “Marea rossa” chavista presentata dai suoi collaboratori come “vari chilometri di militanti”, ha sostenuto che si è trattato di “una delle marce più grandi della storia”, “una mobilitazione monumentale”. Nel frattempo proseguono gli scontri tra i manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana a Caracas e in varie città del Paese. Sul Venezuela aspro scontro a distanza fra Mosca e Washington: il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov ha detto al suo omologo americano Mike Pompeo in una conversazione telefonica che “l’ingerenza Usa negli affari interni del Venezuela” è una violazione del diritto internazionale e lo ha messo in guardia sul fatto che ulteriori passi “aggressivi” di Washington nel Paese latinoamericano comporterebbero “conseguenze gravi”.

Algeria: nuove proteste in occasione della festa del lavoro. Piazze contro il governo di transizione

In Algeria le celebrazioni per la festa del lavoro del primo maggio si sono trasformate in un’altra occasione di protesta contro l’attuale governo di transizione, entrato in carica per riempire fino alle elezioni del 4 luglio il vuoto lasciato da Abdelaziz Bouteflika. L’uscita di scena dell’ex presidente, su pressione dell’esercito, non è bastata a placare i manifestanti, scesi in strada in massa nelle strade della capitale Algeri. Secondo Euronews, le richieste sono le stesse avanzate nei tanti venerdì di protesta: gli algerini chiedono a gran voce le dimissioni del presidente ad interim Abdelkader Bensalah e del premier Noureddine Bedoui, considerati troppo vicini a Bouteflika, e più in generale l’allontanamento dell’élite che controlla il Paese. L’esercito finora ha controllato le manifestazioni senza intervenire.

Israele: timori per l’aumento dell’antisemitismo nel mondo. Rivlin preoccupato dalla situazione in Europa

Israele ha inaugurato il suo Giorno della Memoria, il primo maggio, in memoria dei 6 milioni di ebrei uccisi dalla Germania nazista e dai suoi collaboratori nella seconda guerra mondiale. I leader del Paese hanno espresso preoccupazioni circa una crescente ondata di antisemitismo in tutto il mondo. Nel 2018 c’è stato il maggior numero di ebrei uccisi negli ultimi decenni – dice il rapporto annuale del Congresso ebraico europeo – con un aumento delle violenze del 13% rispetto all’anno precedente. “Con l’ascesa delle forze neofasciste e radicali anti-israeliane – ha affermato il Presidente israeliano, Reuven Rivlin – potremmo trovarci in una situazione in cui importanti alleati europei possano essere guidati da governi composti anche da forze antisemite o, peggio, guidati da leader antisemiti”. Il numero più alto di episodi violenti contro gli ebrei si registra negli Stati Uniti, seguiti dal Regno Unito e dalla Francia. “Questo odio è stato espresso con attacchi mortali ai fedeli nelle sinagoghe – ha aggiunto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu – come quello che è successo pochi giorni fa a San Diego e prima ancora a Pittsburgh”. Nei paesi dell’Europa occidentale, la situazione è ritenuta la peggiore, in particolare in Germania, dove c’è stato un aumento del 70% di atti violenti di antisemitismo.