Convegno nazionale

Fisc: Borraccetti (Un. Bologna), “la nostra dimensione europea deve essere più coltivata”. “Non esiste un’alternativa all’Ue”

(dall’inviato a Forlì) “La nostra dimensione europea deve essere più coltivata”. Lo ha affermato questa mattina Marco Borraccetti, docenti dell’Università di Bologna, nel suo intervento al convengo nazionale della Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) che si chiude oggi a Forlì sul tema “Colori d’Europa, le sfide del terzo millennio”. “Da una parte – ha spiegato – sentiamo dire che l’Europa è causa di tutti i mali, per via di una narrazione negativa” che punta il dito contro “i tecnocrati che non prendono in considerazione i desideri dei cittadini”. Si è diffusa la “percezione che alla fine non conviene far parte dell’Unione europea”, ha proseguito il docente, richiamando la necessità di vestire un nuovo “abito culturale”, poiché “siamo troppo attenti alle nostre origini e meno al nostro futuro. Le nostre origini non devono essere un limite ma un’opportunità”. Borraccetti si è soffermato sulla “libera circolazione delle persone in Ue”, un diritto che “nasce per i cittadini dell’Unione ma di cui ne beneficiano tutti, anche chi non è europeo”. Questo è una “valorizzazione della diversità, che viene estesa agli altri” attraverso un processo “inclusivo verso coloro che vivono qui”. “Rinunciare a questo diritto perché non vogliono riconoscerlo ad altri è inaccettabile”, ha ammonito il docente, sottolineando che “viene messo in discussione il principio di libera circolazione solo perché non vogliamo che chi è ‘diverso’ da noi possa vederselo riconosciuto”. E “questo confligge con il patrimonio dei diritti dell’Ue”. Borraccetti ha poi posto un interrogativo: “Siamo sicuri che ci sia un’alternativa alla nostra appartenenza all’Ue?”. “Per le giovani generazioni – ha osservato – l’appartenenza vuol dire avere maggiori opportunità, vivere nell’area più sicura al mondo”. Secondo il docente, “non esiste un’alternativa”; è legittima “la discussione su che tipo di Europa vogliamo”, non quella “se vogliamo l’Ue”.