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Educazione: p. Cucci (La Civiltà Cattolica), “i videogiochi possono avere un ruolo importante in chiave pedagogica”

I videogiochi possono rivestire un ruolo di “grande importanza” in “sede pedagogica”. Il loro “potere di attrazione può fare di essi un efficace canale di educazione, socializzazione e trasmissione dei valori a livello etico e religioso, in una maniera capace di unire competenza, coinvolgimento e motivazione”. A sottolinearlo è padre Giovanni Cucci, scrittore de “La Civiltà Cattolica” che, senza nascondere i lati negativi alla base del “meccanismo della dipendenza patologica”, mette in luce la capacità dei videogiochi di “creare un mondo nuovo, come pure di destabilizzare quello sinora conosciuto”. Essi, spiega in un articolo sul numero di maggio, trasmettono “sempre dei contenuti, anzitutto etici: ci sono i buoni e i cattivi, gli eroi e i codardi, i fedelissimi e i traditori”. Sebbene “on line ce ne sono alcuni che certamente favoriscono la versione ‘romantica’ della guerra e della violenza, come un facile tiro al bersaglio, o la soluzione finale al problema del male eliminando i cattivi”, ci sono “videogiochi che mostrano in maniera altrettanto efficace l’assurdità e l’inutilità della guerra”. Si tratta, osserva p. Cucci, “di prodotti che rivisitano criticamente la descrizione dei conflitti in termini di avventura eccitante ed eroica, e soprattutto evidenziano il risvolto etico di tali problematiche”. “Alcuni, chiamati serious game (giochi di tipo educativo), promuovono l’altruismo e lo sviluppo, consentono di riconoscere le proprie capacità e risorse, mettendole a disposizione di altri”, continua il gesuita evidenziando la possibilità “di comprendere i grandi problemi dell’attualità in chiave etica”.