Intervista
(Milano) “Come Fondazione sosteniamo, fra l’altro, il progetto ‘welfare di comunità’ che affronta diversi temi: dalle politiche per i giovani ai bisogni delle persone con disabilità, dalla vulnerabilità ai servizi di cura, dalla salute mentale al welfare aziendale, fino all’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo”, spiega Giuseppe Guzzetti, presidente uscente della Fondazione Cariplo. Il quale, oltre a sottolineare i punti forti della “sua” Lombardia (imprese, lavoro, servizi, volontariato…), ricorda anche grossi problemi da affrontare: “Abbiamo 21mila bambini che vivono in povertà e 260mila giovani che non lavorano né studiano. Ci sono tante persone che chiedono un soldo per vivere. Sono solo esempi: potremmo citare anche le famiglie che non arrivano alla fine del mese, chi non ha lavoro, i giovani che non riescono a trovare casa a prezzi accessibili, gli immigrati che rischiano di restare ai margini della società. Non possiamo chiudere gli occhi”. Da qui gli interventi filantropici e sociale della Fondazione Cariplo. Segnala poi la “lunga tradizione di cattolicesimo sociale, una Chiesa che non solo vede i problemi, ma fa del vangelo una guida per l’agire sociale”. Infine, un tratto personale: “Sono cresciuto in oratorio, con preti attenti al ‘sociale’, che ci hanno insegnato a guardare avanti. Educatori esigenti, socialmente aperti. E poi gli studi al collegio arcivescovile, l’Azione cattolica, le Acli: esperienze in cui credo di aver maturato quelle scelte che poi hanno segnato la mia vita”.