Migranti

Corridoi umanitari: Gualzetti (Caritas Ambrosiana), “il progetto è nato ascoltando i racconti allucinanti dei viaggi”

(Milano) “Il progetto dei corridoi umanitari è nato ascoltando i racconti allucinanti dei viaggi e delle sofferenze subite dai migranti. Di fronte a queste storie ci siamo chiesti: non è possibile un nuovo modo di arrivare in Italia soprattutto per chi ne ha diritto? Perché costringere queste persone ad affidare la loro vita e quella dei loro figli ai trafficanti, perché costringerli a subire le sofferente del deserto, delle carceri libiche e non organizzare qualcosa per farli approdare in Italia con qualcuno che organizzasse il loro arrivo?”. A raccontare la genesi del progetto dei Corridoi umanitari è Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, una delle realtà della rete Caritas che si è maggiormente attivata nell’accoglienza delle persone provenienti dal Libano e dall’Etiopia attraverso canali sicuri. “Come Caritas – ha proseguito Gualzetti – ci siamo attivati fin da subito per gestire l’emergenza migratoria, ma davanti all’approccio con cui ci confrontavamo abbiamo sentito il bisogno di alzare lo sguardo, chiedendoci: quale futuro vogliamo costruire?”. Gualzetti ha rinnovato l’idea di una “sfida culturale” che le Caritas, come espressione della Chiesa italiana, sentono di dover giocare. “Le accoglienze dei Corridoi umanitari – spiega il direttore di Caritas Ambrosiana – vanno nella dimensione di un’ospitalità diffusa, un’opportunità che vogliamo cogliere così come ribadiamo il nostro impegno, economico e umano, per accogliere chi, nei prossimi mesi, verrà scartato dal sistema di accoglienza pubblico. Un sistema che rischia di creare più insicurezza invece di creare condizioni di dignità per persone che accogliamo ma anche per le nostre comunità”.