Rapporto

Consiglio d’Europa: Jagland (segretario generale), portare avanti “importante processo di riforma”

Il Consiglio d’Europa ha un consistente patrimonio” di documenti e norme “che contribuiscono ogni giorno a migliorare la vita di 830 milioni di europei: è nel nostro interesse salvaguardare questo acquis e continuare a rafforzarlo”. Thorbjørn Jagland, al termine del suo secondo mandato di segretario generale del Consiglio d’Europa, fa una sorta di bilancio del decennio in cui ha ricoperto questa carica. Nel Rapporto annuale pubblicato oggi prende in esame gli esiti dell’“importante processo di riforma” avviato nel Consiglio nel 2009 e avente come “priorità migliorare l’efficienza della Corte in considerazione dell’aumento del carico di lavoro”. Si è lavorato anche per “un migliore coordinamento delle attività dell’organizzazione e di un progressivo trasferimento di priorità e risorse verso il terreno”, con il rafforzamento della rete oggi composta da 17 uffici. Resta per Jagland necessario “rafforzare la cooperazione intergovernamentale”, “aumentare l’efficacia del sistema di monitoraggio del Consiglio d’Europa”, affrontare i problemi posti da quelle che il Rapporto chiama le “aree grigie”, zone in cui “le norme europee non sono applicate e gli individui sono privati dei loro diritti fondamentali”. Allo stesso modo è necessario “creare un meccanismo speciale per le emergenze” potenziando gli strumenti di “prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti”. Nel rapporto anche indicazioni per garantire la “perennità” dell’organizzazione e indicazioni di gestione economica.