Omelia

Papa Francesco: a Santa Marta, “pregare il Signore con coraggio, non a pappagallo, ma mettendocela tutta”

(Foto Vatican Media/SIR)

Pregare con coraggio, faccia a faccia con il Signore, non in modo tiepido ma mettendocela tutta. Papa Francesco ha esortato a rivolgersi così a Dio, stamattina, durante la Messa a Casa Santa Marta, alla quale ha partecipato in forma privata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per fare comprendere in cosa consista la preghiera di intercessione, riferisce Vatican News, il Pontefice ha richiamato alcune figure della Bibbia: Mosè, Abramo, Anna, la madre di Samuele, e la Cananea. Ci sono dunque tanti esempi di preghiera di intercessione nella Bibbia e “ci vuole coraggio per pregare così”, ha sottolineato il Papa. Nella preghiera serve “quella parresia”, quel coraggio di parlare a Dio faccia a faccia. “Delle volte, quando uno vede come questa gente lotta con il Signore per avere qualcosa, uno pensa che lo fanno come se facessero il braccio di ferro con Dio, e così per arrivare a quello che chiedono”, ma lo fanno perché hanno fede che il Signore può “dare la grazia”.
“Ci vuole tanto coraggio per pregare così. E noi siamo tiepidi tante volte – ha osservato Francesco -. Qualcuno ci dice: ‘Ma prega perché ho questo problema, quell’altro…’. Sì, sì, dico due ‘Padre Nostro’, due ‘Ave o Maria’, e mi dimentico… No, la preghiera del pappagallo non va. La vera preghiera è questa: con il Signore. E quando io devo intercedere, devo farlo così, con coraggio. La gente, nel parlato comune, usa un’espressione che a me dice tanto, quando vuole arrivare a qualcosa: ‘Ce la metto tutta’. Nella preghiera di intercessione, questo vale pure: ‘Ce la metto tutta’. Il coraggio di andare avanti. Ma forse può venire il dubbio: ‘Ma io faccio questo, ma come so che il Signore mi ascolta?’. Noi abbiamo una sicurezza: Gesù. Lui è il grande intercessore”.
Infatti, “Gesù prega per noi, in questo momento. E quando io prego, sia con la persuasione sia con il mercanteggiamento e sia balbettando sia discutendo con il Signore, ma è Lui che prende la mia preghiera e la presenta al Padre. E Gesù non ha bisogno di parlare davanti al Padre: gli fa vedere le piaghe. Il Padre vede le piaghe e dà la grazia. Quando noi preghiamo, pensiamo che lo facciamo con Gesù. Quando facciamo la preghiera di intercessione coraggiosa così, lo facciamo con Gesù: Gesù è il nostro coraggio, Gesù è la nostra sicurezza, che in questo momento intercede per noi”.