
(Bruxelles) Quindici anni fa, il 1° maggio 2004, 10 Paesi hanno aderito all’Unione europea. Affinché questi Stati membri “raggiungessero la media Ue in termini di crescita e reddito, l’Ue ha investito massicciamente attraverso la sua politica di coesione e, dal 2014, attraverso il piano di investimenti per l’Europa, il piano Juncker”. Lo si legge in un documento della Commissione redatto in vista dell’anniversario del “grande allargamento” a est avvenuto dopo la caduta della Cortina di ferro. “Questi investimenti hanno prodotto risultati molto positivi sul terreno, non solo grazie ai finanziamenti dell’Ue, ma anche agli sforzi di questi Stati membri per riformarsi e diventare luoghi attraenti per gli investitori e affinché le imprese potessero prosperare”. “L’allargamento giova a tutti. Estendendo il mercato unico, esso apre – si legge nel testo dell’esecutivo comunitario – nuovi mercati alle imprese nell’Ue e nei Paesi in arrivo. Con un reddito più elevato in questi Stati membri grazie agli investimenti dell’Unione, il commercio e le opportunità di investimento aumentano ovunque”. Gli investimenti dell’Ue in questi Paesi “possono contribuire all’occupazione e alla crescita in altri Stati membri ancora più direttamente, quando un’impresa lavora come contraente in un progetto finanziato dall’Ue oltrefrontiera. Ad esempio, si stima che quasi un terzo dell’impatto della politica di coesione sul Pil della Germania provenga dai programmi di finanziamento attuati in altri Stati membri”.
Infine, un mercato unico più ampio è più attraente per gli investitori di tutto il mondo: gli investimenti diretti esteri nell’Ue sono più che raddoppiati in questi 15 anni.