
(Bruxelles) “Abbiamo sentito la vicinanza dell’Europa” nelle settimane e mesi dopo il terremoto “ma la freschezza dei giovani ha fatto sì che la nostra città la potesse sentire più presente”. È Nicola Alemanno, sindaco di Norcia che parla, e racconta ai partecipanti alla Settimana europea dei giovani che cosa ha significato per la città la presenza dei 16 volontari arrivati a Norcia nell’agosto del 2017. La città era distrutta; i giovani “hanno dormito e mangiato come noi nelle tende”, racconta Alemanno e con il passare dei giorni hanno iniziato a “interagire con gli anziani, i giovani, i bambini, i disabili”. Racconta alcuni esempi e momenti della vita dei giovani a Norcia, impressi nel ricordo e nel cuore, perché “sono ormai una parte di noi”. “La comunità aveva bisogno di ricevere una forte iniezione di energia che i ragazzi sono stati capaci di portare”. Da allora sono passati tre diversi gruppi e un altro arriverà a luglio: “Lavoreranno con i bambini durante l’estate perché non ci sono le strutture” per accoglierli quando le scuole sono chiuse e i genitori al lavoro. L’auspicio di Alemanno è che questa presenza “aiuti la nostra gente e portare avanti la loro scelta di restare nella città”: ora è il “momento più difficile” perché la reazione emotiva dell’inizio è passata e c’è bisogno “di risposte concrete”: “ricostruire non è riabitare”, spiega il sindaco, ma attraverso i volontari del Corpo europeo, la gente di Norcia “sente di non essere sola e che alcuni tipi di servizi si possono avere anche grazie a questa passione e solidarietà”.