Pellegrinaggio clero Roma: card. De Donatis (vicario), “gioia e umiltà per la nostra comunità”

(da Mosca) “Ciò che crea comunione tra coloro che credono in Cristo non è soltanto l’insegnamento degli Apostoli, lo spezzare il pane, la preghiera, ma è la perseveranza di una vita di condivisione e di lode. Quello che dà tono a questa comunità è la gioia”. Lo ha detto il vicario del Papa per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis, nell’omelia della messa che ha celebrato stamani nella cattedrale dell’Immacolata Concezione, a Mosca. Il porporato, che guida il pellegrinaggio del clero della diocesi in Russia, si è soffermato sullo “stile di condivisione”. Poi, l’attenzione su “due elementi che offrono la qualità della comunione che unisce i credenti”. Il primo è l’unità. “Questa unità è data dal reciproco dono di sé che trasforma i rapporti tra i credenti in Cristo”. L’auspicio del cardinale è quello di una comunità che “sa passare dal ‘mio’ e ‘tuo’ al ‘nostro’, cioè sa condividere i doni del Signore”. L’altro aspetto che sostiene la comunità di credenti indicato dal cardinale vicario è “la forza della testimonianza degli Apostoli”. “Quello che sostiene la fede dei credenti – non un’ideologia, un insieme astratto di concetti – è la testimonianza viva di coloro che hanno posato il loro sguardo sul Crocefisso, sul Risorto”. Dal card. De Donatis la richiesta di “un dono per tutti noi”, cioè “il dono dell’umiltà”, “quell’amore che comunica la vita, quell’amore che si abbassa, che si umilia per condividere il cammino e le sofferenze dell’uomo”. Infine, ricordando che “i padri russi hanno sempre avuto a cuore questa dimensione dell’umiltà”, il cardinale ha incoraggiato i sacerdoti della diocesi a ricordare che “l’umiltà è sorella gemella della carità”. “Perché l’umiltà non è altro che la gratuità con cui doniamo la vita sull’esempio di Cristo. Quell’abbassarsi per amore senza aspettare ricompense – ha aggiunto -. Quindi, immaginiamo quanto le nostre comunità possono diventare sempre di più luogo di speranza e di salvezza, luoghi di comunione e condivisione se la qualità della vita rimane l’umiltà”.

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