“Oggi la Nato, che conta ventinove Stati membri, resta la più poderosa struttura militare multinazionale della storia. Ma dopo settant’anni lo scenario geopolitico e la situazione internazionale sono radicalmente cambiati e l’Europa non è più al centro dell’attenzione di Washington. L’Alleanza Atlantica e il suo braccio militare, la Nato, sono ancora storicamente rilevanti?”. Sul tema si confronteranno accademici di varie nazioni e discipline, storici, politologi, cultori di studi strategici, oltre a personalità che hanno avuto o tuttora hanno importanti ruoli, diplomatici o militari, nell’ambito della Nato, durante il convegno “Il settantesimo anniversario dell’Alleanza Atlantica: lezioni storiche, sfide attuali, prospettive future”, in programma, domani, dalle 9.15 nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica a Milano (largo Gemelli, 1). Promuovono l’iniziativa la facoltà di Scienze politiche e sociali e il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica, in occasione del 70° anniversario della firma del Patto Atlantico, avvenuta il 4 aprile 1949.
La giornata di studi – articolata in quattro sessioni e introdotta dai saluti di Guido Merzoni, preside della facoltà di Scienze politiche e sociali, e di Damiano Palano, direttore del Dipartimento di Scienze politiche – rappresenta un’occasione di riflessione sulla rilevanza storica della Nato, la più efficace tra le alleanze e organizzazioni internazionali, che risente però dei nuovi equilibri strategici mondiali.
Fra i temi in discussione: l’evoluzione politica e militare dell’Alleanza Atlantica; il rapporto tra Nato e UE; la posizione della Russia e di altri attori chiave; le sfide e le minacce nel Medio Oriente, nel Mediterraneo e a est. Il convegno, tra gli altri, ha il patrocinio del Nato Defense College, l’istituto di formazione degli alti gradi della Nato.