
“Il tempo rappresenta la dimensione entro la quale un ebreo può trasformare la sua esistenza e quella di chi è intorno a lui dal profano al sacro. Il tempo è lo strumento attraverso il quale l’ebreo, con una serie di azioni che sono contraddistinte e scandite proprio da esso, eleva la persona dalla materialità e la spiritualità”. Lo ha dichiarato ieri Amedeo Spagnoletto, rabbino di Firenze, durante l’incontro “Il tempo nell’islam e nell’ebraismo”, uno degli appuntamenti della quarta edizione Festival delle religioni all’Abbazia di San Miniato al Monte, a Firenze. “Nell’ebraismo – ha continuato – il sabato rappresenta il momento più importante e va interamente dedicato al Signore. Questa giornata, che testimonia l’adesione al concetto di creazione dell’universo, richiama però anche il concetto di uguaglianza: nessuno lavora. Ma anche quello di libertà, perché ci sottrae alle attività oppressive della settimana”. Spagnoletto ha quindi parlato di come la religione ebraica guardi all’islam: “Le religioni inserite nel patto di Abramo hanno molti punti di condivisione. Ma sono le differenze che ne fanno la propria identità, il proprio carattere”. “In questo senso dialogare vuol dire accettare le diversità, il carattere dell’altro, le identità altrui”, ha concluso il rabbino di Firenze.