“Nell’ultimo anno 20mila minorenni sono stati colpiti da provvedimenti penali, 16mila in carico ai servizi minorili, 103 assassinii e 11mila reati contro la persona commessi da minori. La baby gang di Manduria è composta da minorenni che sembra non abbiano la benché minima consapevolezza di quello che hanno fatto: in questo vuoto spaventoso è racchiusa tutta la drammaticità dei fatti”. Lo scrive in un editoriale don Aldo Buonaiuto, direttore di “In Terris” e sacerdote dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, a proposito della morte di un pensionato a Manduria, in provincia di Taranto, di un pensionato che sarebbe stato bullizzato per mesi da un gruppo di 14 adolescenti. “Saranno gli adulti di domani – riflette don Buonaiuto -. E loro complici sono tutte quelle persone che hanno finto di ignorare un dramma che non è accaduto in una metropoli ma in un paesotto di circa 30mila abitanti. Ad uccidere il pensionato non è stata solo una banda di ragazzini ma un intero tessuto sociale che con le proprie omissioni e silenzi ha condannato a morte una delle tante persone con problemi psichici che in Italia sono abbandonate senza tutela né assistenza”. Don Buonaiuto ricorda che “filmavano e condividevano le incursioni nell’abitazione del pensionato, documenti che non li ponevano in condizione di riconoscere la gravità di quanto stessero facendo; anzi, servivano evidentemente a rinforzare l’appagante sensazione di prevaricazione”. Per il sacerdote “sconcertante è la latitanza degli adulti e cioè il silenzio di quella parte di comunità che ben sapeva e che ha taciuto. Una indifferenza che ha impedito a questi ragazzi di ritrovare il senso della realtà. E – conclude don Buonaiuto – che dimostra quanto il tessuto sociale, anche quello non metropolitano e meglio gestibile della provincia, sia ormai gravemente ammalato”.