Omelia

Veglia pasquale: mons. Nosiglia (Torino), “sentieri nuovi di dialogo e di incontro tra tutti gli uomini di buona volontà”

“Quante persone, anche oggi, credenti e non, cercano il senso della propria vita, l’amore vero e bello, la gioia e la felicità, la pace e la giustizia tra le cose umane, che sono deboli, parziali e al primo soffio di difficoltà o di delusione muoiono nel cuore e portano solo sofferenza e tristezza!”. Lo ha detto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della Veglia pasquale, che ha celebrato nella Notte Santa in cattedrale. Incentrando la sua riflessione sulla consapevolezza che “Cristo non fa parte delle cose che passano”, il presule ha auspicato che “questo annuncio di risurrezione risuoni nel cuore di tante famiglie unite nella fede per confermare il loro amore; nel cuore di tanti coniugi delusi e scoraggiati, divisi o lontani gli uni dagli altri, anche se vivono insieme; nel cuore di tanti giovani alla ricerca di un senso della vita”. Il pensiero di mons. Nosiglia anche per chi “è deluso e scoraggiato, perché non trova lavoro o sbocco concreto ai suoi sogni e ai suoi ideali familiari o sociali”, per chi “si è allontanato dalla Chiesa e ritiene di non aver più nulla a che fare con il suo messaggio e la sua vita”. L’auspicio dell’arcivescovo è che “questo annuncio pasquale di risurrezione giunga anche al cuore di tanti anziani e sofferenti, che, dopo una vita carica di affetti e di lavoro, sentono oggi il peso della solitudine e dell’abbandono, pensano di essere inutili alla società, di peso per i propri cari, votati alla morte e non alla vita”. Infine, l’incoraggiamento a credere che la Pasqua di Cristo “aprirà sentieri nuovi di dialogo e di incontro tra tutti gli uomini di buona volontà”, per “vincere ogni tentazione di potere sugli altri, di violenza, di guerra e morte”.