Omelia

Pasqua: mons. Parmeggiani (Tivoli e Palestrina), “credere oggi nella risurrezione è passare dal buio degli egoismi alla luce dell’amore”

Il passaggio dal buio della morte e del Venerdì Santo alla luce del mattino di Pasqua è al centro dell’omelia pronunciata da mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e di Palestrina, nella messa del giorno di Pasqua nella cattedrale di Sant’Agapito Martire a Palestrina, un passaggio “dalla disperazione alla speranza che nasce dalla certezza della fede in Cristo risorto, primizia di ciò che spetterà anche a noi dopo la morte: la vita eterna, la risurrezione dell’anima e del corpo, la partecipazione alla sua vittoria sulla morte”, ha affermato. Quando Maria di Magdala va al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, lo fa “con il coraggio tipico delle donne davanti alle difficoltà”, mentre i discepoli si nascondevano per la paura. Lì viene consolata e avrà in dono “la gioia di sentirsi chiamata per nome mentre in un angolo piangerà per la morte del suo Maestro”. L’amore spinge a correre anche Pietro e Giovanni verso il sepolcro. L’assenza del corpo di Gesù viene “riempita dall’amore, diventa evocatrice di una Presenza”. La fede nella risurrezione dei discepoli si fa invito a credere anche per i cristiani di oggi nelle parole di mons. Parmeggiani: “È l’annuncio che siamo chiamati a dare anche oggi non solo con le parole ma con la vita che insieme al Risorto è chiamata a vincere il buio di tanti egoismi, invidie, indifferenze, soprusi, intolleranze, inimicizie con l’amore che sgorgato dalla croce Cristo ci comunica con la sua Pasqua”. Un amore da portare ai fratelli, perché arrivino alla gioia di vivere e di sperare”.