Pasqua: mons. Loppa (Anagni), “uscire dalla tomba del nostro egoismo”

Nel giorno in cui “si ribaltano le pietre sepolcrali”, l’augurio pasquale del vescovo di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa, ai fedeli della diocesi è “di essere ‘gente di Pasqua’, cioè di vivere nell’amore”. “Abbiamo vissuto la Settimana Santa e il nostro sguardo è stato concentrato sull’amore di Cristo per tutti noi. Le mani di Gesù sulla croce più che dai chiodi sono state tenute ferme dall’amore. Gesù è salito sulla croce perché tutti noi saliamo sulla croce” prosegue. Viene poi proposto un significativo parallelo tra il Natale e la Pasqua: “Andiamo da una notte all’altra: da quella dell’Incarnazione a quella della Risurrezione – scrive il vescovo di Anagni – Dio è venuto in mezzo a noi perché è stanco di vederci soffrire”, su una terra disseminata di “roveti, spine, lacrime e lamenti, violenze e dolore. Dio è venuto nella carne proprio per andare alla Croce, perché ogni carne sale sulla croce e Dio non è voluto scendere. Pasqua è la vittoria non tanto della vita sulla morte, quanto dell’amore del Padre che resuscita il suo Figlio”. La Pasqua viene infine definita da mons. Loppa come un progetto “di sconfitta della morte da parte della vita”, dal momento che “non poteva rimanere chiuso nel sepolcro colui che è il Signore della vita. Risorse anche la speranza dei suoi amici che credevano di averlo perso”. Una speranza che pervade anche i discepoli di oggi, dal momento che “la Pasqua ha questa forza straordinaria per uscire dalla tomba del nostro egoismo”.

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