Riepilogo

Notizie Sir del giorno: attentati Sri Lanka, Irlanda del Nord, tombe profanate a Magonza, inondazioni Colombia, Mozambico, debito pubblico

Attentati Sri Lanka: il card. Ranjith (Colombo) ha celebrato i funerali nella chiesa di San Sebastian a Negombo

“Se c’era stato un preallarme sulla possibilità di questi attentati” perché “non è stato prevenuto e perché si è agito in questo modo” senza informare l’opinione pubblica? “Non lo posso accettare”. La denuncia viene direttamente dal card. Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, all’indomani degli attentati terroristici a chiese cattoliche e hotel di Colombo e dintorni, nello Sri Lanka, che hanno provocato finora 321 morti e più di 500 feriti la domenica di Pasqua. Il porporato ha celebrato questa mattina i funerali di un gruppo di vittime all’esterno della chiesa di San Sebastiano a Negombo, uno dei luoghi di culto colpiti dai terroristi. Per gli attacchi di domenica una quarantina di persone sono state arrestate, legate a gruppi fondamentalisti islamici. “Nonostante il dolore che ci hanno causato non dobbiamo infliggere dolore a nessuno”, ha affermato il card. Ranjith, esortando i cattolici a non cercare vendette e ritorsioni. Dopo che tutti i funerali saranno celebrati “dobbiamo tornare alla normalità e riconciliarci tra noi – afferma –. Se qualcuno ha commesso un errore deve essere punito solo dalla legge”. (clicca qui)

Attentati Sri Lanka: Pedron (Caritas), “sono i giorni del lutto, poi sostegno psicologico alle famiglie”

“La comunità cattolica è sconvolta e tra la popolazione si sta diffondendo la paura di altri attacchi terroristici. Colombo è altamente militarizzata, l’aeroporto è presidiato dalla forze di sicurezza che controllano tutti i veicoli. Sembra di essere tornati ai tempi della guerra civile. Ora la sfida per tutti è non esacerbare l’odio e le tensioni tra religioni”. È rientrato stamattina nello Sri Lanka, dove vive da anni con la famiglia, Beppe Pedron, referente di Caritas italiana per l’Asia meridionale. Si è trovato di fronte un Paese “impaurito e ferito” dagli attentati terroristici della Domenica di Pasqua a chiese e hotel di lusso, che hanno causato finora 321 morti e 520 feriti. “Il governo – racconta al Sir Pedron, che vive tra Negombo e Chilaw, a nord di Colombo – ha deciso di fare velocemente il post mortem perché negli ospedali di Negombo, dove sono morte più di 120 persone, non ci sono abbastanza frigoriferi per la conservazione dei cadaveri”. “Una volta che i riti saranno finiti le famiglie, spezzate o traumatizzate, resteranno da sole”, ricorda Pedron. Per questo la Caritas dello Sri Lanka, che finora ha distribuito un po’ di cibo, sta partecipando a riunioni “con il governo e i rappresentanti di altre religioni” e giovedì prossimo sarà ad un incontro insieme a cinque organizzazioni (tra cui l’Università cattolica) “per organizzare il sostegno psicologico e il counseling alle famiglie delle vittime, ai testimoni o a chi è arrivato dopo per portare i soccorsi”. (clicca qui)

Irlanda del Nord: Bairner (politologo), “dalla Nuova Ira un messaggio ai sostenitori” fra vuoto politico e caos-Brexit

Un messaggio ai propri sostenitori: “Sì, abbiamo sbagliato, ma voi sapete che il nostro vero obiettivo era quello giusto: colpire i poliziotti che sono i nostri nemici”. Per Alan Bairner, profondo conoscitore dell’Irlanda del Nord, dove ha abitato per venticinque anni, insegnando politica all’Università dell’Ulster, è questo il significato della dichiarazione fatta dalla “Nuova Ira” al giornale nordirlandese “Irish News”. “In quel messaggio il gruppo dissidente repubblicano rivendica l’uccisione della giornalista Lyra McKee, 29 anni, a Londonderry. Le scuse fatte alla partner, alla famiglia e agli amici della nota giornalista non sono credibili”, spiega il docente. “È chiaro che se spari indiscriminatamente sulla folla qualche innocente verrà ucciso. I terroristi riaffermano, con le loro scuse, l’obiettivo di un’Irlanda unita e di nemici che vanno uccisi”. La spiegazione della nuova violenza, per Bairner, sta nel vuoto politico oggi esistente nel Nord Irlanda, dove non c’è un governo e nella nuova speranza di un’Irlanda unita alimentata dalla Brexit. (clicca qui)

Germania: cattedrale di Magonza, profanate le tombe del card. Lehmann e del vescovo Stohr

Pessimo scherzo di un buontempone con cattivo gusto o serio atto di profanazione? È la domanda che si pongono la diocesi di Magonza e le forze dell’ordine della città imperiale tedesca davanti all’atto di oltraggio compiuto presumibilmente durante una delle messe della Domenica di Pasqua nella cripta dei principi vescovi della cattedrale di Magonza: persone sconosciute hanno vergato delle scritte su due tombe tra le più recenti di quelle dei prelati che nei secoli hanno guidato la diocesi. Una di queste è quella del card. Karl Lehmann deceduto lo scorso anno, l’altra quella del vescovo Albert Stohr, defunto nel 1961, come ha rivelato un portavoce della polizia. Entrambe le tombe sono state imbrattate con una vernice da graffiti, che secondo i primi accertamenti potrebbe essere di facile rimozione: la scritta “Rest in Peace” era uguale per entrambe le lastre sepolcrali, della serie a parete nella cripta della cattedrale. (clicca qui)

Colombia: maltempo e inondazioni in quasi tutto il Paese, una frana provoca la morte di 28 persone. Il cordoglio dei vescovi

Drammatico bilancio per il maltempo che in questi giorni ha colpito gran parte della Colombia. Il fatto più grave si è verificato a Rosas, nel dipartimento meridionale del Cauca, dove una frana ha travolto otto abitazioni, provocando la morte di 28 persone, mentre i dispersi sono ancora 8. Inondazioni si sono verificate in altre zone nel sud del Paese, mentre a nordest preoccupa il livello del rio Táchira, noto in questi mesi per essere il fiume che traccia il delicatissimo confine tra Colombia e Venezuela. Ieri l’aeroporto internazionale El Dorado di Bogotá è stato chiuso per alcune ore a causa di un violentissimo nubifragio che ha paralizzato la capitale. I vescovi colombiani, in una nota, manifestano il proprio dolore per le vittime e le persone colpite dal maltempo a Rosas e assicurano inoltre “la propria solidarietà verso le persone colpite da inondazioni in diverse zone del Paese e in particolare nella zona di Tumaco (dipartimento del Nariño) e nei comuni vicini”. E invitano tutti i colombiani alla solidarietà. (clicca qui)

Mozambico: Unhcr, iniziati ricollocamenti di 70.000 persone in aree più vicine alle loro case

In Mozambico l’Unhcr (l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), il governo nazionale e altri partner hanno iniziato a ricollocare le famiglie sopravvissute al ciclone Idai verso aree più vicine ai loro luoghi di origine. Sabato 200 famiglie sono state trasferite dagli alloggi di emergenza nella città centrale di Beira. Nei prossimi dieci giorni la speranza è quella di permettere ad altre 70.000 persone circa di lasciare gli alloggi temporanei in cui hanno vissuto nell’ultimo mese: scuole, sale per eventi pubblici, biblioteche e altri edifici. Il ciclone Idai ha colpito gli Stati africani meridionali del Mozambico, del Malawi e dello Zimbabwe a metà marzo. Il Mozambico, dove secondo i dati ufficiali il ciclone ha ucciso circa 600 persone e ne ha ferite oltre 1.600, è stato il Paese colpito più duramente. Inoltre, circa 240.000 case sono state danneggiate e oltre 111.000 distrutte. (clicca qui)

Economia: Istat, a fine 2018 rapporto debito/Pil salito al 132,2% (+0,8% sul 2017)

“Nel 2018 l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (-37.505 milioni di euro) è stato pari al 2,1% del Pil, in diminuzione di circa 3,8 miliardi rispetto al 2017 (-41.285 milioni di euro, corrispondente al 2,4% del Pil)”. Lo ha comunicato oggi l’Istat diffondendo la “Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle Amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht” per gli anni 2015-2018. “A fine 2018 – si legge nella nota dell’Istat – il debito pubblico, misurato al lordo delle passività connesse con gli interventi di sostegno finanziario in favore di Stati membri della Uem, era pari a 2.321.957 milioni di euro (132,2% del Pil). Rispetto al 2017 il rapporto tra il debito delle Amministrazioni pubbliche e il Pil è aumentato di 0,8 punti percentuali”. Secondo i dati dell’Eurostat si tratta del secondo più alto debito nell’Eurozona dopo quello della Grecia. (clicca qui)