Passione del Signore: p. Cantalamessa, Gesù Crocifisso è “il prototipo e il rappresentante di tutti i reietti”

“Oggi vogliamo contemplare il Crocifisso proprio in questa veste: come il prototipo e il rappresentante di tutti i reietti, i diseredati e gli ‘scartati’ della terra, quelli davanti ai quali si volta la faccia da una altra parte per non vedere”. È l’inizio dell’omelia tenuta da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, durante la celebrazione della Passione del Signore, presieduta questo pomeriggio dal Papa nella basilica di San Pietro. “Gesù non ha cominciato ora, nella passione, ad esserlo. In tutta la sua vita egli ha fatto parte di loro”, ha fatto notare il religioso, fin dalla nascita in una stalla e nella presentazione al tempio, “un vero e proprio certificato di povertà nell’Israele di allora”. “Durante la sua vita pubblica, non ha dove posare il capo: è un senzatetto”, il ritratto di Canatalamessa, che ha sottolineato come durante l’interrogatorio di Pilato Gesù “è il prototipo delle persone ammanettate, sole, in balia di soldati e sgherri che sfogano sui poveri malcapitati la rabbia e la crudeltà che hanno accumulato nella vita. Torturato! ‘Ecce homo!’, Ecco l’uomo!, esclama Pilato, nel presentarlo di lì a poco al popolo. Parola che, dopo Cristo, può essere detta della schiera senza fine di uomini e donne avviliti, ridotti a oggetti, privati di ogni dignità umana”. “Se questo è un uomo”: lo scrittore Primo Levi ha intitolato così il racconto della sua vita nel campo di sterminio di Auschwitz, ha proseguito il domenicano, secondo il quale “sulla croce, Gesú di Nazareth diventa l’emblema di tutta questa umanità ‘umiliata e offesa’. Verrebbe da esclamare: ‘Reietti, rifiutati, paria di tutta la terra: l’uomo più grande di tutta la storia è stato uno di voi! A qualunque popolo, razza o religione apparteniate, voi avete il diritto di reclamarlo come vostro”.

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